L'intervista: «Essere imprenditrice mi riempie d’orgoglio»

L'intervista: «Essere imprenditrice mi riempie d’orgoglio»
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Lunedì 21 Marzo 2016, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 18:00

Chiara Montefrancesco, direttore generale e comproprietaria della Valentino Caffè spa, com’è cambiata l’azienda dal 1953?
La Valentino Caffè spa è nata come azienda familiare e mantiene nella sua struttura originaria la sua forza. In oltre 60 anni di vita, essa ha saputo conservare integra la sua ispirazione originaria, unendo tradizione e innovazione sia sul versante gestionale, dove la terza generazione da noi rappresentata si è innestata sulla grande esperienza passata, sia sul versante produttivo e commerciale in cui, dalla dimensione prettamente locale e nazionale, si è passati a quella internazionale. Da sempre, puntiamo sulla qualità e la professionalità, facendone un nostro tratto distintivo.

La vostra azienda punta sul segmento ho.re.ca e sul commercio con l’estero: quali sono i Paesi nei quali avete impiantato le vostre radici?
La Valentino caffè spa è nata proponendosi come partner d’eccellenza del segmento rappresentato dagli hotel, dai ristoranti e dai caffè. È qui infatti che si manifesta la vita sociale e culturale di un territorio e in essi è non solo possibile, ma necessario, o rire un prodotto di altissima qualità, in linea con le migliori tradizioni di un territorio. Dopo aver consolidato la sua presenza sul territorio nazionale - siamo presenti in molte delle regioni più importanti d’Italia – l’azienda ha avviato il commercio sul mercato internazionale. Abbiamo iniziato con la Grecia, per proseguire poi con il Centro Europa e, di recente, ci stiamo espandendo sui Balcani, in Nord Africa e nei Paesi Arabi. Un’azione che oggi rappresenta un impegno fondamentale di crescita aziendale, partita all’incirca 20 anni fa.

Cosa significa eccellenza per Valentino Caffè?
Qualità, professionalità, responsabilità da sempre hanno rappresentato le basi su cui la Valentino Caffè ha costruito il suo successo. Su di esse abbiamo sviluppato il nostro valore aggiunto, che è rappresentato dalla creatività che rende la nostra presenza unica non solo in termini di proposta produttiva e commerciale, ma anche in termini di  loso a e stile di vita. Nella nostra azione di conquista dei mercati esteri noi proponiamo, con il ca è e tutti i suoi derivati, un modo di essere raffinato e culturalmente attento ai valori umani fatti di benessere, rispetto, cura dell’ambiente, valorizzazione della cultura e dell’arte.

Rispetto dell’ambiente, formazione e mondo del sociale: tre temi fondamentali per un’impresa che scommette sul futuro. Come li state declinando?
Da sempre questi temi hanno rappresentato la frontiera dell’impegno della Valentino Caffè. La visione green guida non solo le nostre scelte produttive, ma l’intero stile di vita dell’azienda, a incominciare dal momento della selezione e dell’acquisto della materia prima. Un forte impegno su questo versante lo stiamo dedicando alla ricerca, in collaborazione con l’Università, sull’utilizzo dei residui del caffè. La formazione, dal canto suo, ha un ruolo fondamentale e crescente nel nostro percorso aziendale: la ricerca dell’eccellenza passa da una formazione che non è limitata al personale interno, ma è estesa a tutti i nostri clienti, attuali e potenziali, essendo attenta non solo al servizio, ma anche allo stile di vita che deve essere sempre in armonia con il nostro prodotto e il nostro marchio. L’attenzione al sociale, in ne, è una caratteristica storica della nostra azienda. Un’azienda non può vivere ritenendosi avulsa dal contesto sociale che la circonda. La sua dimensione sociale è peraltro sancita dalla nostra Costituzione. Il rispetto dell’ambiente e le azioni messe in atto su tale versante, con l’istituzione di speci che borse di studio, l’impegno per la formazione dei giovani che vogliono avvicinarsi al mondo del ca è e della sua foliera, l’attenzione allo sviluppo del territorio rappresentano temi irrinunciabili nella nostra storia passata, presente e futura.

Secondo lei, di cosa ha bisogno oggi il tessuto produttivo salentino?
L’economia salentina, a mio sommesso avviso, ha bisogno di intraprendere nuove strade. Va bene il turismo ma non può essere esaustivo. L’agricoltura, soprattutto quella familiare e attenta all’ambiente, rappresenta una grande opportunità, così come il territorio e il patrimonio culturale. Tuttavia lo sviluppo è legato alla formazione di un tessuto industriale manifatturiero in grado di creare posti di lavoro dignitosi, ricchezza e benessere per l’intera collettività. Attualmente purtroppo il tessuto produttivo salentino è caratterizzato dalla prevalenza di piccole e piccolissime imprese scarsamente propense a integrarsi e a mettersi insieme per rispondere alle necessità del mercato. Esiste, in realtà, sul nostro territorio un nucleo di ottime aziende manifatturiere di medie dimensioni che possono diventare la base su cui innestare processi di crescita importanti. Investimenti, formazione delle risorse umane, di usione delle visioni manageriali, internazionalizzazione e cura della finanza rappresentano le frontiere lungo le quali potrà avvenire lo sviluppo del sistema economico salentino. Esse richiedono un grande impegno collettivo.

Da 17 anni porta avanti una tradizione di famiglia. Cosa significa essere imprenditrice al sud?
È una cosa bellissima. Mi verrebbe da dire una cosa meravigliosa. La mia esperienza, unita a quella delle mie sorelle, dimostra che anche al sud è possibile fare impresa al femminile con risultati che inorgogliscono noi, ma anche il territorio. Certo, è merito di chi ci ha precedute, ci ha formate e ci ha abituate ad accettare le sfide guardando con positività al futuro. Sempre e comunque. Il mio esempio, quello delle mie sorelle, di mia madre, e di tante imprenditrici che ho avuto modo di conoscere e apprezzare anche - sia pure in misura limitata - qui da noi mi portano a essere  duciosa nelle capacità delle donne di diventare protagoniste della loro vita e anche della vita del loro territorio. Ho avuto modo di rileggere in questi giorni un articolo bellissimo scritto da Natalia Ginsburg negli anni ‘80: le donne hanno subìto per millenni un retaggio di violenze e sudditanza che hanno determinato la loro insicurezza. È stata proprio quest’ultima ad averle portate a rimanere sempre a i margini della vita. Le donne, affermava la grande scrittrice, devono liberarsi di tali retaggi e diventare protagoniste assolute della loro vita e di quella della società nel suo complesso. Ecco, credo che questo percorso di riscatto e di recupero delle responsabilità sia iniziato. Resta molta strada ancora da fare, ma sono fiduciosa sul futuro. La nostra esperienza e la nostra famiglia ne sono la prova. 

www.valentinocaffe.com