Artigiani, sfida alla crisi: "Guardiamo ai giovani"

Artigiani, sfida alla crisi: "Guardiamo ai giovani"
di Giuseppe MARTELLA
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 18:38

Potrebbero fare tanto, ma le condizioni del momento non lo consentono. Questa la situazione attuale dell'artigianato di Puglia: eccellenze dei settori più vari che faticano a conquistare porzioni di mercato sempre più importanti. Tra difficoltà legate, in particolare, all'esplosione dei costi energetici per il conflitto russo-ucraino.
«Al momento sottolinea il presidente di Confartigianato Bari, Francesco Sgherza le imprese pugliesi sembrano tenere botta. I numeri delle chiusure sono simili a quelle degli anni precedenti alla pandemia. La speranza è che le piccole e medie aziende, spesso a conduzione familiare, che oggi si sono fermate, riprendano la loro attività». Qualche settore sta meglio di altri: l'enogastronomia e l'edilizia, ad esempio. Ma c'è difficoltà ad aggredire il mercato con prodotti di livello. «L'inflazione galoppante non aiuta a conquistare ulteriori spazi in Europa e nel mondo aggiunge il presidente di Confartigianato Bari mentre i costi dell'energia rischiano di appiattire i ricavi. La filiera dell'impresa meccanica e di precisione paga la mancanza di materie prime». Aziende che rallentano o fermano la produzione quando non mantengono le commesse. Sgherza lancia l'allarme: «È sempre più alto il rischio che l'impresa si rivolga a canali di credito illegali, la criminalità attecchisce facilmente in questa situazione. Bene alcune misure della Regione Puglia come la nuova legge e la sospensione delle rate di mutuo sui finanziamenti regionali, ma ora è il momento di azioni concrete dal Governo». Nel Leccese la situazione non cambia. «In pochi mesi spiega il presidente di Confartigianato Lecce, Luigi Derniolo la crisi ha eroso la lenta ripresa post pandemica e anche le nostre imprese di eccellenza navigano a vista. Le esportazioni di alta qualità sono ferme le parole di Derniolo soprattutto a causa dello scenario internazionale». La produzione enogastronomica, la pasta artigianale e i prodotti da forno continuano a tirare ma, dice il presidente di Confartigianato Lecce, «la gente deve continuare a mangiare, mentre le produzioni di nicchia scontano il blocco sostanziale dei grandi mercati europei ed extracomunitari». Quale il futuro delle botteghe, dunque? «Di concerto con Camera di Commercio Lecce prosegue Luigi Derniolo stiamo proseguendo il progetto Le vie dell'artigianato attraverso il quale le eccellenze del territorio, artigiane, artistiche e agroalimentari escono dalle botteghe e accolgono i visitatori in un percorso esperienziale rivolto anche ai non vedenti e a persone con abilità diverse». Sullo sfondo la legge regionale sulle botteghe storiche: «Un sigillo importante conclude Derniolo che dovrà permettere a questi luoghi del sapere e dell'arte di divenire scuola utile a trasmettere ai più giovani questi mestieri». A giovani guarda anche il segretario di Confartigianato Taranto, Fabio Paolillo: «Non è più tempo di inseguire il finanziamento pubblico, ma di seguire le peculiarità personali e trovare poi la misura pubblica più adatta. Chi salta nel vuoto non ha futuro». Paolillo sottolinea una situazione drammatica legata all'esplosione senza freno dei costi dell'energia: «Un'eccezione potrebbe essere quella dell'edilizia e non fosse che lo scorrere a singhiozzo dei crediti e l'aumento del costo delle materie prime porta criticità anche in questo settore». Ci sono le aziende dell'eccellenza enogastronomica, a partire dai caseifici artigianali, in difficoltà. Ci sono le aziende del pane che cercano di tenere botta e programmano per il periodo natalizio. Un esempio che vale per tutti, quello delle ceramiche artistiche di Grottaglie. «Le aziende più grandi lavorano su contratto rimarca Paolillo e cercano di restare a galla, ma non anticipano più le commesse preferendo tenere spenti i forni per risparmiare. Di concerto con le altre agenzie e istituzioni conclude il segretario cerchiamo di rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese, ma ora servono azioni concrete. I bonus passano e le bollette, seppure dilazionate, vanno sempre pagate e creano debito».

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