Il sindaco di Taranto, Melucci: «Profili qualificati per dare la svolta»

Il sindaco di Taranto, Melucci: «Profili qualificati per dare la svolta»
di Stefano MARTELLA
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Ottobre 2021, 12:49

Più personale ma soprattutto che sia qualificato. È la richiesta che arriva da Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, destinata al governo. Una richiesta, accolta da numerosissimi sindaci del Sud Italia, per poter sfruttare al meglio, con competenza e celerità, i fondi del Pnrr. Il Piano rappresenta un’occasione di fondamentale importanza per il rilancio di molti centri pugliesi, tra cui, appunto Taranto. La città ionica è infatti uno dei centri sui cui verrà canalizzata una fetta importante delle risorse previste dal Pnrr. 


Sindaco Rinaldo Melucci, le amministrazioni comunali vanno incontro al Pnrr con organici dimezzati. In molti casi anche con meno della metà dei dipendenti rispetto alla dotazione minima prevista. È questo il grido di allarme lanciato da molte amministrazioni. Lei come la vede? Il quadro è così drammatico? 
«La necessità di reclutare risorse umane è così urgente che anche un’Amministrazione virtuosa come la nostra, capace di avviare numerose procedure di reclutamento, si ritrova con numeri insufficienti perché altri enti meno performanti “approfittano” delle nostre graduatorie. Il problema vero, quindi, sta tutto nella cronica e diffusa insufficienza degli organici, anche solo per rispondere alle esigenze di una normale amministrazione. Nel caso di Taranto, come detto, quell’insufficienza abbiamo cercato di tamponarla, ma dovendo dar seguito a una programmazione assai corposa, con tanti progetti che coinvolgono soprattutto l’area tecnica, ci siamo ritrovati di nuovo in affanno. Non prefiguriamo drammi, ma con il Pnrr pienamente avviato non nascondo una certa preoccupazione». 
Quanto la carenza di personale può incidere sull’impossibilità di spendere le risorse del Pnrr? C’è il rischio di sprecare in questo modo un’occasione di grande importanza per le nostre città del Sud?
«La carenza di personale sarà un problema al quale il governo centrale dovrà porre rimedio. Perché la buona volontà delle ottime professionalità sulle quali già oggi possiamo contare non sarà sufficiente per ottemperare alla necessità di far presto e bene con i fondi del Pnrr. Non parlerei di occasione sprecata, però, perché vorrebbe dire che volontariamente siano stati commessi degli errori o sia stato perso del tempo. Nei Comuni, invece, c’è tutta la volontà di realizzare questa autentica rivoluzione». 
Immaginiamo, inoltre, serva del personale specializzato per realizzare determinati tipi di progetti e di conseguenza sfruttare le risorse, non è così?
«Prima ancora dei numeri, infatti, il tema sul quale confrontarsi è la professionalità. Potremmo anche reclutare centinaia di nuovi dipendenti, ma senza le competenze giuste sarebbe assolutamente insufficiente. Si tratta di profili disponibili, bisogna solo trovare la strada migliore per coinvolgerli». 
Che cosa chiedete nello specifico? Forme flessibili di assunzione di personale? Semplificare il reclutamento? 
«Una maggiore flessibilità nelle procedure di reclutamento è sicuramente una delle strade che il governo deve percorrere, se vuole mettere le autonomie locali nella condizione di poter essere all’altezza della sfida lanciata dal Pnrr, in termini di progettazione e di capacità di spesa. Serve meno burocrazia e più efficacia, con percorsi che mirino a valorizzare le competenze già acquisite, più che la capacità di superare la singola prova. In tal senso, sarebbe utile anche semplificare e finanziare le procedure per ricorrere ai supporti esterni ai Rup, sui quali già oggi si poggiano le sorti di molti progetti, con risultati eccellenti». 
Sul personale pesa il blocco del turn-over della pubblica amministrazione, che ha comportato la riduzione, l’invecchiamento e l’impoverimento delle competenze del personale. Dati alla mano, tra il 2007 e il 2019, i Comuni hanno perso il 24,5% dei dipendenti. Si è registrato quindi un aumento dell’età media. Solo il 18% dei dipendenti ha meno di 45 anni, mentre 67 lavoratori su 100 ne hanno più di 50. Com’è la situazione nel Comune di Taranto? Rispecchia questo scenario?
«Con i concorsi realizzati in questi anni di mandato abbiamo abbassato notevolmente l’età media dei dipendenti, in particolare nel corpo di Polizia Locale. Questo ci ha consentito di essere più produttivi, anche grazie a una maggiore dimestichezza dei neoassunti con le nuove tecnologie. Forse una strada da battere sarebbe proprio quella di annullare il digital divide delle vecchie generazioni di dipendenti, con formazione mirata e capillare in modo tale da mantenere standard alti di produttività».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA