Negli uffici di ArtWork, partner di questa avventura di parole e immagini, abbiamo visto come questa passione si è trasformata in management culturale, applicato al patrimonio ecclesiastico della città. Ossia al suo biglietto da visita che per decenni risultava di difficile fruizione.
Nata nel 2019 proprio da questa idea, la cooperativa sociale è presieduta da Paolo Babbo, noto professionista leccese, che ci racconta come in pochi anni si è arrivati a dare corpo a un sogno.
«Il barocco leccese è ormai un brand da molto tempo ma i turisti per anni lamentavano di trovare le chiese chiuse. Noi abbiamo organizzato un servizio che tutela i fedeli e che grazie a un piccolo ticket garantisce la fruizione dei visitatori ».
«Monsignor Seccia fu categorico: la Chiesa resta un luogo di culto, poi che ci sia un interesse artistico per le chiese potrebbe anche essere un modo di evangelizzare».
«Il nostro arcivescovo d’altronde ha voluto la nascita nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose del corso “Teologia della Bellezza”».
«Oltre a gestire gli accessi nelle chiese, fornendo idoneo materiale informativo, abbiamo realizzato alcuni servizi per i visitatori: una App che funge da audio/video guida, i videomapping nel chiostro dell’Antico Seminario e “i misteri di Santa Croce” installazione artistica curata dal regista Alessandro Valenti: una visita emozionale nella Basilica che si snoda in un percorso dal buio alla luce. Un’esperienza di pura immersione, molto lontana dal nostro vivere con il cellulare in mano a scattare selfie. Ma abbiamo anche presentato una bella mostra con le fotografie di Bruno Barillari e convinto l’architetto Mario Cazzato, a chiudere il lavoro sulla ‘’Lecce Sacra’’ di Giulio Cesare Infantino, pubblicandone la ristampa e l’aggiornamento ai giorni nostri. E poi c’è il grande impegno per l’ascensore nel campanile».
«Quando abbiamo potuto dimostrare grazie alla rilevazione degli accessi il flusso turistico che arriva a Lecce, la Banca Popolare Pugliese si è detta disposta a concederci il mutuo necessario. A rimborsare quei fondi sono i ticket che vendiamo. Ma intanto abbiamo realizzato un sogno. Guardare Lecce da quel punto di osservazione è un’esperienza che cambia la prospettiva sulla città. Non è solo suggestione».
«Sì, abbiamo voluto fornire il nostro contributo a questo divertissement letterario, mettendo insieme una serie di amici, tutti con la propria cifra stilistica e con le proprie competenze, felici di partecipare al progetto».
«Sia in ambito culturale che turistico gli esperti dicono che l’offerta genera la domanda. Io l’ho sempre pensato, e noi ne siamo la prova. Ovviamente bisogna essere sufficientemente pazzi da provarci: nel 2019 noi non avevamo idea di quanta gente venisse realmente a Lecce; ora finalmente abbiamo un report completo di tutto ciò che accade».
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