Sticchi Damiani, il presidente che ce l’ha fatta un’altra volta

Sticchi Damiani, il presidente che ce l’ha fatta un’altra volta
di Antonio IMPERIALE
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Domenica 8 Maggio 2022, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:04

Il calcio nelle vene. Una passione di famiglia. Ha ripetuto più volte che colpa e merito vanno attribuiti a papà Ernesto, che lo portava sempre allo stadio da ragazzino. E lui, Saverio Sticchi Damiani, a innamorarsi del Lecce, e poi a dargli un senso: il calcio come amplificatore delle ansie e delle ambizioni del suo territorio, di quel Salento che si porta nell’animo, un modo per gridare al mondo da questa periferia geografica “noi ci siamo”. Vinci, allora, presidente, vinci. Dalla serie C alla serie B, dalla B al paradiso della serie A.

Un volo da sogno: Lecce, è solo l'inizio

E quando il Lecce è scivolato indietro, rieccolo nuovamente sulla via del ritorno. Ricordava la poesia di un salentino immenso come Vittorio Bodini. «Un nodo al fazzoletto, per ricordarsi del cuore». E lui, quando Mancosu sbagliò il rigore che costò l’eliminazione ai play off, contro il Venezia, e bruciò il sogno del ritorno immediato nell’Olimpo pallonaro, che la squadra aveva coccolato sino al lungo inciampo di primavera, sembrava già un fatto compiuto, fece il nodo al fazzoletto, come “gli uomini con camicie silenziose” di Bodini.


E riprogettò il ritorno, il presidente Saverio. La serie B, pure importante, tante grandi decadute, tanti imprenditori stranieri alla guida delle società, gli sembrava quasi un purgatorio dal quale uscire subito per rivedere il pallone rimbalzare sin lassù, un pallone, quello della serie A, che fermava il Meridione in Campania, il Napoli, la Salernitana. Ci teneva sino in fondo, a portare al tavolo del calcio che conta, che vive di riflessi internazionali, il Salento, la sua Lecce, perché tutti ne parlassero, tutti l’ammirassero. Il calcio intanto ritrovava se stesso, con il graduale ritorno del pubblico che, solo, dà il senso ad una partita. Contava molto il presidente, su quella sorta di santa alleanza, società, squadra, tifosi, tutti insieme sempre, capaci magari di vivere i momenti di difficoltà come occasioni di confronto, per crescere tutti, per avvicinarsi insieme all’obiettivo. Voleva vincere, il presidente, con la stupenda brigata dei suoi collaboratori, i soci che mettono entusiasmo e mani al portafoglio quando serve, con una gestione salentina, in contrasto con l’aria che tira sulle società calcistiche che ai ricordi dei miti di casa nostra hanno sostituito i miliardari che vengono da lontano.

Baroni, concreto e tosto. Così ha stregato squadra e tifosi

Il Lecce deve dare senso del nostro territorio, la filosofia di Saverio Sticchi Damiani. Un salentino che tutto il calcio conosce, Pantaleo Corvino da Vernole, uno che passò con incredibile disinvoltura dal mercato di terza serie alla serie A, ai mercati internazionali. I salentini in cabina di regia, Leo, una vita, una storia da grande, Stefano Trinchera con lo sguardo rivolto al futuro. Gli uomini giusti, meglio se di casa nostra, con lo stesso amore ed orgoglio per la nostra terra. L’uomo prima di tutto, è la logica di Saverio, che è anche la logica di Baroni, Che è stata fatta propria dai calciatori, dalla squadra, tenuta abilmente sempre al riparo di rischiose tempeste. 
La squadra come una famiglia. Saverio ne esalta l’immagine, con quel suo gioire e soffrire in ogni gara, lassù in tribuna, tormentandosi il viso con le mani, con la moglie Marina immancabilmente accanto. 


Stimato ovunque, da chi lo ha conosciuto direttamente e da chi lo ha solo ascoltato, per quel suo essere avvocato di grandissimo prestigio, docente universitario di grande rilievo. Un contributo importante, in questi anni, nella Lega di B. Abilissimo nello sbrogliare le matasse relazionali nei momenti che rischiano di diventare complessi, problematici. Stratega della comunicazione. È stato il filo rosso con il quale ha legato i diversi momenti della stagione, con la squadra, con l’ambiente, con i tifosi, un filo gestito con la sua onestà intellettuale che lo ha reso credibile. E adesso è già domani. Di nuovo in serie A, da primi. Come voleva Saverio, il presidente. 
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