Energia e ambiente, ecco come gli europei
si preoccupano del futuro del nostro pianeta

Energia e ambiente, ecco come gli europei si preoccupano del futuro del nostro pianeta
di Luigi Campanella
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 16:53
(di Luigi Campanella, docente ordinario della facoltà di Chimica presso l'Università di Roma - La Sapienza)



Per contribuire ad affrontare i problemi ambientali che affliggono l’Europa e il mondo, la Strategia Europa 2020 contiene un forte impegno per la sostenibilità, in particolare gli obbiettivi del 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili e l’aumento del 20% dell’efficienza energetica. La Commissione Europea, sia per informare i cittadini, sia per orientare i decisori politici, ha condotto una nuova indagine, a tre anni della precedente, volta ad indagare gli atteggiamenti dei cittadini verso le problematiche ambientali.



Il questionario è stato somministrato, di persona e nella lingua materna dell’intervistato, fra il 26 aprile e l’11 maggio 2014 a circa 28000 cittadini provenienti da diverse fasce sociali e demografiche. I risultati confermano che la preoccupazione per le questioni ambientali non si è attenuata, infatti il 95% del campione intervistato ritiene personalmente molto o abbastanza importante la tutela dell’ambiente, anche perché pensa che incida direttamente sulla qualità della vita quotidiana (77%). Per questo l’85% degli intervistati ritiene di poter avere un ruolo attivo da svolgere nella protezione dell’ambiente e la maggior parte ha iniziato ad avere comportamenti virtuosi, quali una migliore separazione dei rifiuti destinati al riciclaggio (72%) la riduzione del consumo energetico (52%) e del consumo idrico (37%), mentre un terzo ha scelto di usare mezzi di trasporto alternativi rispetto all’auto (trasporto pubblico, bicicletta) e ha deciso di comprare prodotti locali.



La grande maggioranza degli intervistati però pensa che sia l’industria/grande impresa che il proprio governo non stiano facendo abbastanza per proteggere l’ambiente. Inoltre il 75% è disponibile a spendere di più per prodotti rispettosi dell’ambiente e questo è l’unico caso in cui l’Italia, con il suo 67% si discosta vistosamente dalla media europea.



Negli intervistati le preoccupazioni maggiori sono suscitate dall’inquinamento dell’aria (56%) e dell’acqua (50%), mentre oltre quattro persone su dieci sono preoccupate dall’impatto sulla salute delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano (43%) e dalla crescente quantità di rifiuti (43%); più di un terzo invece si dice preoccupato dall’esaurimento delle risorse naturali (36%). La quasi totalità (93%), inoltre, è favorevole al principio del “chi inquina paga” per cui ritiene che si debba andare verso un sistema di sanzioni pesanti che colpisca i trasgressori. Relativamente all’informazione sulle tematiche ambientali, i due terzi del campione ha risposto che si sente ben informato. In molti paesi la percentuale è aumentata rispetto al 2011, solo in tre stati, Olanda, Gran Bretagna e Italia è diminuita.



La disinformazione denunciata riguarda soprattutto gli effetti sulla salute delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano e l’inquinamento atmosferico (perfettamente in linea con quanto emerso nella domanda sulle maggiori preoccupazioni ambientali). Il 40% ha risposto di aver fiducia negli scienziati, seguiti a ruota dalle associazioni per la protezione ambientale e la televisione.



Infine, il 77% dei cittadini dell’Unione giudica che la normativa ambientale europea sia necessaria per proteggere l’ambiente nel loro paese e ritiene che sarebbero necessari maggiori finanziamenti UE destinati a sostenere attività rispettose dell’ambiente.Ma il dato più rilevante è che il 79% pensa che l’UE dovrebbe poter verificare che le disposizioni legislative in materia di ambiente siano effettivamente applicate in modo corretto nel proprio paese di appartenenza.
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