La dieta mediterranea per battere la crisi.
A Roma esposizione al Palazzo dei Congressi

La dieta mediterranea per battere la crisi. A Roma esposizione al Palazzo dei Congressi
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 09:20
ROMA - Gli antichi romani “etichettavano” il vino, riportando i nomi del governatore e del produttore. E ancora oggi a fare la differenza l’etichetta. Per consumatori e produttori, per salute e gusto dunque, e per economia. In tempo di crisi, infatti, il cibo la fa da padrone, non come distrazione come si potrebbe pensare – il “panem” anche senza “circenses” aiuta – ma come volano di una ripresa possibile.





L’importante è iniziare, mettendosi a tavola. È pure per questioni di economia, lavoro e mercato quindi, che Palazzo dei Congressi a Roma dal 24 al 26 gennaio ospiterà la prima edizione dell’expo Ami-Alimentazione Mediterranea Internazionale, tra degustazioni, ristoranti, dibattiti e didattica del Gusto. Obiettivo, valorizzare tradizione e patrimonio agroalimentare del Paese, inserendolo nel più ampio contesto commerciale dell’area mediterranea. E fare educazione. «La bilancia dell’agroalimentare in Italia è in attivo – spiega Antonio Rosati, commissario Arsial – Il nostro brand, mix di tradizione e innovazione, è forte. La crisi non è finita, il cammino è lungo, la competizione nel mondo sarà potente, bisogna organizzarsi per aggredire in modo organico il mercato internazionale».



A non far tirare più la cinghia agli italiani potrebbe essere proprio la dieta mediterranea, con tutti i suoi punti di forza, per la salute, il gusto e l’esportazione. Purché le regole siano chiare per tutti e da tutti rispettate. Non è più solo l’estero, infatti, a doversi preoccupare della cosiddetta agropirateria, ossia dei “falsi” prodotti italiani. La battaglia, combattuta dal Corpo Forestale, riguarda ormai anche l’Italia per il circolo vizioso innescato dalla crisi che per risparmiare a volte porta ad abbassare la qualità.



Basterebbe invece un minimo di buon senso. Nazionale e internazionale. Ecco allora le campagne educative e le fiere, con stand, incontri, documentazione, dibattiti. O i progetti ad hoc come il Buon Pescato, tir di 18 metri con mostra itinerante sul pesce dei nostri mari, meno noto e meno costoso ma non meno buono. Ed ecco pure la visione di più ampio respiro.

«La fame oggi affligge circa 800 milioni di persone – dice Francesco Petrelli, direttore relazioni istituzionali di Oxfam – e non dipende dalla mancanza di cibo ma da disfunzioni nella filiera produttiva. Sul cibo si specula. Ciò provoca fame da un lato, obesità dall’altro, mentre il settore gestito nel modo corretto potrebbe essere un volano per l’economia». Il messaggio è chiaro. «Si può mangiare bene spendendo il giusto – assicura Luigi Cerreti, amministratore unico di Ami – e comprando italiano». A partire dai prodotti chiave della nostra alimentazione: pane, olio, pesce e vino, facendo attenzione a quello che si mangia, tra vero e falso, e calcolando il risparmio reale. Ciò che conta ora è alimentare il dibattito, magari comodamente seduti a tavola.
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