CROLLA IL POTERE D'ACQUISTO IN
LOMBARDIA, MA RISPARMIARE SI PUÒ

CROLLA IL POTERE D'ACQUISTO IN LOMBARDIA, MA RISPARMIARE SI PUÒ
di Paolo Molina
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Venerdì 28 Giugno 2013, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 09:35
Il carrello della spesa dei lombardi si fa sempre pi caro, ma comunque possibile risparmiare. Basta selezionare e scegliere, magari spostandosi per trovare le offerte che fanno rima con la convenienza.




Secondo l’ultimo report della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha visitato 77 punti vendita di ogni dimensione, i prezzi degli alimentari sono aumentati in un anno del 2,4%, pari ad un carrello più caro di 60 euro a famiglia. Un dato leggermente superiore all’inflazione che resta ferma intorno al 2%. Eppure i lombardi sono sempre più protagonisti di quel fenomeno denominato “nomadismo”, facendo la spola tra negozi di vicinato e grande distribuzione, con tappe nei discount e immancabili sacrifici (meno vino e più birra, meno carne rossa a favore di più economici polli e tacchini).

Tra le città, Brescia (+2,7%) e Lodi (+3,9%) sono quelle dove i prezzi si sono impennati maggiormente. Al contrario, Cremona è il capoluogo con gli incrementi più contenuti (+0,7%). Lecco e Bergamo sono le città lombarde più economiche per riempire il carrello: rispettivamente il costo della spesa vale il 3,8% e il 3,7% in meno della media lombarda. Guardando nello specifico ai prodotti, quelli che vanno in controtendenza sono soprattutto il dentifricio (-2,6%), la mozzarella (-0,4%) e il burro (-0,2%), mentre a far schizzare le statistiche sono le uova (+8,1%), il tonno (+6,8%) e i pomodori pelati (+4,5%). Prende piede, per chi sacrifica la convenienza per l’alta qualità, il fenomeno del biologico, con costi superiori del 30% rispetto alla media. Il che è frutto di una tendenza consolidata che vede in Lombardia un aumento delle imprese specializzate nel bio: +59% dal 2007, con 224 negozi di alimenti “naturali” (+21%) e 145 aziende bio con vendita diretta (+150%). Occhio, infine, al tradizionale caffè, rincarato in media dell’1,9% in un anno e sempre più attestato verso l’euro secco per la tazzina al bar, e alla pizza, aumentata dell’1,8%. Milano resta ancora una piazza abbordabile per il pasto a base di margherita e bibita con un prezzo medio di 10,5 euro contro i 10,9 di Pavia e i 10,7 di Varese. Monza, però, batte ancora tutti per convenienza con 9,3 euro.
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