"Belle vittima di abusi": la lezione sulla favola Disney scuote il web

"Belle vittima di abusi": la lezione sulla favola Disney scuote il web
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Martedì 22 Novembre 2016, 12:08
"La Bella e la Bestia" è una delle fiabe più amate e uno dei film d'animazione della Disney più famoso. A 25 anni dall'uscita del cartone e in attesa del nuovo adattamento interpretato da Emma Watsan, un insegnante inglese ha caricato online una bizzarra lezione per i suoi giovani studenti che descrive Belle vittima di abusi. Il cartone quindi promuoverebbe la violenza tra le mura domestiche. 

Questo piano di lezione, dal titolo "Razzismo / Sessismo nella Disney", è rivolto a ragazzi dagli 11 ai 16 anni di età e come riporta la stampa britannica è stato scaricato oltre 600 volte e visto più di 11.000 volte. La lezione è ormai al centro di un dibattito. 

La Bestia non attacca Belle, ma la minaccia di violenza fisica è sempre presente. Lei è bella e dolce e grazie al suo carattere riesce a trasformare la bestia in un principe azzurro. Questo lascia intendere che è sempre la donna ad avere meriti o colpe nel rapporto. 

Belle non è l'unico personaggio della Disney criticato in questo piano di lezione, ci sono anche la Sirenetta, Biancaneve, la Bella Addormentata, la Principessa Jasmine di Aladdin e Cenerentola. Tutte hanno alimentato il sessismo perché riescono a migliorare la propria vita grazie alla bellezza e alla conquista. 

"Per più di 90 anni le storie senza tempo e gli amati personaggi Disney, tra cui le Principesse Disney, sono stati universali, facilmente riconoscibili e adatti a tutti. Essi sono amati da milioni di bambini e adulti a livello di genere perché le loro qualità interiori come determinazione, gentilezza, lealtà, umorismo, il coraggio e lo spirito traspaiono e li definiscono", la replica di un portavoce della Disney.

La Bella e la Bestia nasce come una storia scritta da Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve e pubblicata nel 1740, mentre la versione più popolare è quella di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont pubblicata nel 1756.

 
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