Test medicina 2016: oltre 3 milioni il giro d'affari,
ma costi troppo diversi da città a città

Test medicina 2016: oltre 3 milioni il giro d'affari, ma costi troppo diversi da città a città
3 Minuti di Lettura
Martedì 6 Settembre 2016, 14:41
Alla fine di ogni estate arriva puntuale un grande successo d’incassi al botteghino delle università italiane. La “pellicola” in questione è l’ennesimo sequel del Test d’Ingresso di Medicina, e anche quest’anno dovrebbe portare un incasso di oltre 3 milioni di euro. E’ questa infatti la cifra che avrebbero sborsato complessivamente le quasi 63mila matricole che si stanno preparando per contendersi i 9224 posti per Medicina e i 908 posti per Odontoiatria. La stima proviene dal portale specializzato Skuola.net, che da quasi 5 anni monitora il fenomeno.

Il meccanismo dovrebbe mettere sullo stesso piano tutti gli studenti, a prescindere della zona d’Italia in cui affronteranno il test: stessa data, stesso quiz, stesse modalità di svolgimento, correzione simultanea e graduatoria nazionale. Le università hanno a disposizione un pacchetto chiavi in mano: non devono né elaborare né stampare né correggere gli elaborati. Ci pensa Viale Trastevere grazie alla sua emanazione CINECA. Eppure un elemento discriminante c’è: il costo della tassa d’iscrizione. Perché ogni ateneo, sfruttando la propria autonomia, ha potuto fissare tariffe differenti per l’iscrizione al test.

Mediamente il biglietto per accedere allo spettacolo si aggira intorno ai 51 euro e spicci, in diminuzione di un paio di euro rispetto a 12 mesi fa. Moltiplicando questa cifra per i 62.695 che hanno perfezionato l’iscrizione (e quindi saldato il conto), si ottiene la somma totale di 3,2 milioni di euro circa.

Solo per tentare l’impresa, poi, visto che appena 1 studente su 6 riuscirà ad iscriversi a Medicina. Si può affermare, parafrasando un vecchio adagio “Università che vai, tassa che trovi”: si va dai 10 euro della Bicocca di Milano ai 100 euro di Salerno, Vercelli e della Seconda Università di Napoli. Curioso notare che sempre nella stessa città, cambiando quartiere, si risparmiano 50 euro secchi optando invece per la Federico II. Tirando le somme, la media nelle università pubbliche è di 51,41 euro.

Le altre città - oltre le tre già elencate - in cui è più oneroso sostenere il test di Medicina risultano essere Messina (90 euro), Bologna, Ferrara, Perugia e Pisa (tutte a 60 euro). Al contrario, le situazioni più convenienti le troviamo, oltre che a Milano Bicocca, a Varese (20 euro), Cagliari (22,35 euro), Sassari (25 euro) e Padova (30 euro); tra le grandi università, si distingue Roma Tor Vergata che, con i suoi 35 euro, è tra gli atenei più “economici”.

Minimi i cambiamenti dei singoli atenei rispetto allo scorso anno, se non per gli “sconti” della Federico II di Napoli (che passa dai 100 euro del 2015 ai 50 euro di quest’anno) e della già citata università dell’Insubria di Varese (da 50 a 20 euro). Nessuno, invece, ha ritoccato più di tanto al rialzo la tariffa. Quasi ininfluenti i 5 euro in più di Modena e Reggio Emilia (da 50 a 55 euro), i tre euro in più di Padova (da 27 a 30) e l’euro in più di Pavia (da 54 a 55).

Discorso a parte merita l'analisi degli atenei privati che hanno al loro interno una facoltà di Medicina e che hanno già svolto i test, quindi non fanno parte dell’analisi precedentemente esposta. I costi d’iscrizione al test lievitano, con una media di 145 euro e un picco di 170 euro per sostenere i quiz al San Raffaele di Milano. Non scherzano la Cattolica di Roma (120 euro), il Campus Bio-Medico (130 euro) e l’Humanitas di Milano (160 euro). Qui le possibilità di entrare sono davvero minime. Sempre al San Raffaele, ad esempio, visto il boom di partecipanti per i 100 posti messi a bando, solo 1 su 30 ce la fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA