Scuola, la riforma giovedì in Senato. Renzi:
"Rischiano di saltare 100 mila precari"

I precari della scuola durante una protesta
I precari della scuola durante una protesta
di Lorena Loiacono
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Martedì 23 Giugno 2015, 03:37 - Ultimo aggiornamento: 11:36
ROMA - La scuola è giunta alla resa dei conti. Nel senso letterale del termine visto che ora, al Senato, la partita si gioca su un pugno di voti. In ballo c'è la riforma del sistema scolastico e, soprattutto, l'assunzione di 101.071 insegnanti precari.





Questa mattina il testo, approvato dalla Camera, tornerà in commissione istruzione e i lavori, serratissimi, dovrebbero portare il ddl al voto di Palazzo Madama giovedì. Ma è ancora tutto da vedere.



Il Premier Renzi ancora una volta, dopo aver investito molto sulla riforma, torna a chiamare a raccolta i voti della maggioranza la cui spaccatura sarebbe decisiva per bocciare il ddl: «Sulla scuola deciderà il Parlamento. Per quello che ci riguarda è del tutto evidente che se la riforma passa, ci saranno 100mila assunzioni. Se la riforma non passa o non passa in tempo, le assunzioni saranno quelle del turn over, che sono circa 20-22mila persone». Il gelo.



Una doccia fredda, peraltro annunciata dai sindacati, che fa tremare i polsi agli oltre centomila precari che, in questa massiccia infornata di immissioni in ruolo, sperano da settembre. Intanto oggi in commissione istruzione arriverà il testo di sintesi che contiene le limature su temi dibattuti come il comitato di valutazione, di cui faranno parte 4 docenti oltre a genitori e studenti, e il limite al mandato per i presidi, orientato al 3+3.



Una sintesi che andrebbe a far saltare la valanga di emendamenti: ce ne sono infatti oltre 3mila. Se così non fosse, per accelerare i tempi, il Governo potrebbe optare per un maxi emendamento su cui porre la fiducia.



Una manovra bollata da più parti come una “mascalzonata”. Ma la direzione sembra proprio quella: «La fiducia – ha commentato il ministro all'istruzione, Stefania Giannini - è uno strumento tecnico. Dipenderà dalla risposta delle opposizioni al ritiro dei tanti emendamenti». E allora oggi parte l'ennesima contestazione da parte del mondo della scuola: una tre giorni fatta di manifestazioni in tutta Italia a partire dall'assedio al Senato, nella Capitale, organizzato da buona parte dei sindacati, come Cgil, Cisl, Uil e Cobas, in un insolito fronte compatto in arrivo a Roma con pullman e treni.
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