Medicina, ideata a Siena una nuova tecnica
per ricostruire l'aorta: ecco come funziona

Nuova tecnica ideata a Siena
Nuova tecnica ideata a Siena
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Lunedì 25 Aprile 2016, 12:37
Nel policlinico universitario Santa Maria alle Scotte di Siena è stata ideata una innovativa tecnica di riparazione dell'aorta. È una procedura chirurgica che ricostruisce dall'interno l'arco aortico con una protesi fenestrata, cioè con dei passaggi in corrispondenza dei vasi a destinazione encefalica. «Si tratta di una nuova generazione di interventi sull'arco aortico - spiega il cardiochirurgo Eugenio Neri, ideatore della procedura e responsabile del programma di chirurgia delle dissezioni aortiche dell'Azienda ospedaliero-universitaria senese - Ne diamo notizia a circa due mesi dall'intervento dopo aver eseguito i necessari controlli che confermano la completa riuscita della procedura». «La paziente - prosegue Neri - è una donna di 63 anni di Arezzo, giunta a Siena in urgenza per un voluminoso aneurisma dell'aorta ascendente, dell'arco e dell'aorta discendente, trattata in ipotermia ed arresto di circolo, una sorta di ibernazione artificiale».


 «Le circostanze intraoperatorie ed il quadro anatomico ci hanno imposto, al momento della procedura, una scelta tecnica che si è rivelata la base del nuovo approccio, che permette la cura del tratto aneurismatico e la più facile realizzazione del cosiddetto »elephant trunk' - spiega Neri - ovvero la base di partenza per i successivi e necessari trattamenti sugli altri distretti aortici«. La tecnica semplifica enormemente la riparazione permettendo, anche in emergenza, l'approccio all'arco aortico per aneurismi e dissezioni, senza tuttavia aumentare la complessità dell'intervento. »Questa tecnica - aggiunge il cardiochirurgo Luigi Muzzi - permette di ridurre in maniera sostanziale e positiva i tempi dell'arresto di circolo, ossia il tempo in cui il corpo non viene perfuso dal sangue. Non possiamo parlare di mini invasività ma di 'faster surgery', concetto completamente diverso che stiamo sviluppando e che va nella direzione della migliore tollerabilità per il paziente«.

La procedura, che può essere definita di «ricostruzione intimale», poiché la tunica intima è la parte interna dei vasi sanguigni, apre prospettive importanti per futuri sviluppi tecnologici. «È una tecnica a basso costo - aggiunge Neri - realizzabile con materiali diffusi in ogni reparto cardiochirugico. È un inizio promettente che richiede rigore e metodo». Il programma di chirurgia delle dissezioni aortiche e chirurgia dei grossi vasi è portato avanti dai cardiochirurghi Eugenio Neri, Enrico Tucci, Luigi Muzzi, Antonio Benvenuti e Giulio Tommasino, con il fondamentale supporto di radiologia interventistica, diretta dal dottor Carmelo Ricci, terapia intensiva cardiotoracica, diretta dal dottor Luca Marchetti e tutto il personale di sala operatoria con i tecnici perfusionisti, gli strumentisti e gli infermieri di reparto.
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