Social, l'eccesso uccide l'autostima: il confronto con influencer e bellezze photoshoppate altera l’immagine che abbiamo di noi stessi

I risultati di una ricerca dell’Università della Svizzera italiana

Social, l'eccesso uccide l'autostima: il confronto con influencer e bellezze photoshoppate altera l’immagine che abbiamo di noi stessi
di Maria Rita Montebelli
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 10:29

I social media fanno sempre più parte della nostra vita. Ma oltre a rappresentare un momento di relax, di condivisione o anche di lavoro, per molti possono diventare fonte di frustrazione e di insicurezza. A preoccupare sono tutti quei profili social che con fare accattivante rendono glamour un modo di mangiare sbagliato o alcuni comportamenti a rischio.

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L’eccesso di social uccide l’autostima

È la faccia oscura della medaglia che riguarda soprattutto adolescenti e giovani adulti. Se da una parte piattaforme quali Instagram, TikTok e Facebook rappresentano una finestra sul mondo e un'occasione "d'incontro" soprattutto per i ragazzi più marginalizzati, le personalità più influenzabili rischiano di diventare facile preda del cyberbullismo, di fenomeni di dipendenza da Internet e di essere esposte al pericolo delle challenge, costate la vita ad alcuni ragazzi, poco più che bambini.


LIVIDI
L'ultima moda del momento è la cosiddetta "cicatrice francese" che consiste procurarsi un brutto livido su volto, a livello dello zigomo.

Un marchio totemico, tribale per dimostrare agli altri di essere dei duri ed essere per questo accettati o ammirati. Ma i lividi più pericolosi, sono quelli invisibili che marchiano l'anima, danneggiando l'autostima di una psiche in erba e mettendo profondamente in discussione un'immagine corporea, spesso già mal accettata in questa fascia d'età. Un vero e proprio booster alle fragilità tipiche dell'adolescenza insomma e una strada aperta verso i disturbi del comportamento alimentare.


IL CONFRONTO
Una recente ricerca di Federica Pedalino e Anne-Linde Camerini dell'Università della Svizzera Italiana ha dimostrato che è il confronto con gli influencer a spiegare il rapporto tra uso di Instagram e insoddisfazione dell'immagine di sé tra le ragazze, inevitabilmente perdenti nel confronto con le chimere photoshoppate che popolano la rete, irraggiungibili, irreali, frustranti.


Una possibile soluzione la suggerisce uno studio canadese di prossima pubblicazione che dimostra come dimezzare il tempo che i ragazzi passano sui social media migliora (e basta appena un mese) autostima e accettazione del peso corporeo. Una "cura dimagrante" dai social potrebbe insomma aiutare tanti ragazzi ad amarsi e accettare di più il proprio corpo.


BIOLOGIA
Ma la via d'uscita non è certo dietro l'angolo, anche perché la biologia rema contro. I social media spiega l'American Psychological Association (Apa) sono ormai parte integrante della vita di molti adolescenti (oltre il 70% di loro ammette di farne uso ogni giorno). Cruciale è l'età alla quale ci si accosta ai social media. «Sono due i periodi critici - spiega Mitch Prinstein, direttore scientifico dell'Apa per lo sviluppo del sistema nervoso: il primo anno di vita e dall'esordio della pubertà, fino all'inizio dell'età adulta, insomma tra i 10 e i 25 anni». È il periodo più pericoloso, quando molti ragazzini e adolescenti hanno un accesso illimitato (e non supervisionato) a smartphone o tablet.


GRATIFICAZIONE
«I ragazzi prosegue l'esperto - sono affamati di gratificazione sociale (visibilità, attenzione e riscontri positivi da parte dei coetanei); ma le regioni cerebrali implicate nell'inibizione dei comportamenti pericolosi e nel resistere alle tentazioni non raggiungono il loro pieno sviluppo fino all'età adulta (in pratica almeno un decennio più tardi). In altre parole per raggiungere la gratificazione sociale spiega Prinstein gli adolescenti spesso si comportano come un guidatore che spinge fino in fondo il pedale dell'acceleratore di una macchina senza freni».


SINTOMI
Difficile dunque per i ragazzi limitare l'uso dei social media e più della metà di loro presenta almeno un sintomo di dipendenza da social media. Ma i pericoli non si limitano al tempo trascorso su queste piattaforme, anche se le ore di sonno perso, incidono sia sul rendimento scolastico che sul metabolismo e possono facilitare l'aumento di peso. «Molti spiega Prinstein usano i social per confrontarsi con gli altri, interpretando like e pollici in su come la conferma di un successo nelle relazioni e di autoaffermazione. Ma i social media prosegue l'esperto sono come le "calorie vuote" delle interazioni sociali: apparentemente saziano le nostre necessità biologiche e psicologiche, ma non contengono alcun ingrediente sano e necessario a costruire relazioni reali. La vulnerabilità biologica dei ragazzi a tecnologia e social media associata ad un uso eccessivo può addirittura lasciare il segno su caratteristiche fisiche e sul volume di alcune aree del cervello».
 

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