Coronavirus, la ministra Azzolina: «Daremo alle scuole i mezzi per fare lezione a distanza

Coronavirus, la ministra Azzolina: «Daremo alle scuole i mezzi per fare lezione a distanza
Coronavirus, la ministra Azzolina: «Daremo alle scuole i mezzi per fare lezione a distanza
di Pietro Piovani
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 07:23

Sono giorni di grande confusione per studenti, genitori, insegnanti. La scuola chiude, no non chiude è una bufala, la fine dell’anno scolastico si sposterà più avanti, anzi no si farà lezione da casa, annullare la gita sì o no, il certificato medico per giustificare l’assenza va portato sì o no... Proviamo a fare chiarezza con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che mentre risponde alle domande deve affrontare il pasticcio del giorno: la ribellione delle Marche, che hanno annunciato la chiusura delle scuole quando ancora nella regione non si registrati casi accertati di contagio da coronavirus. Alla fine, il governo decide di impugnare la decisione del governatore marchigiano.

«Ceriscioli - spiega Azzolina - si è sfilato da un accordo che era stato raggiunto poche ore prima in un incontro tra governo e Regioni presso la Protezione Civile. Abbiamo lavorato per uniformare le azioni di contrasto alla diffusione del coronavirus nei territori non direttamente interessati dai focolai. La sua è una decisione unilaterale. Il coordinamento, in questo momento, è invece essenziale. O è il caos. Questa decisione non è peraltro supportata da nessuna disposizione finora prevista dalle autorità scientifiche, è sproporzionata».

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In alcune regioni si rischia di non arrivare a 200 giorni di lezione, il che invaliderebbe l’anno scolastico. Come si risolve il problema? Potrebbe saltare l’obbligo dei 200 giorni di lezione?
«La validità dell’anno sarà salvaguardata. Voglio tranquillizzare tutti. Personale, studenti, genitori».

Matteo Salvini ha chiesto il prolungamento dell’anno scolastico per le scuole nelle Regioni in cui è stata bloccata la didattica. È un’idea che prendere in considerazione?
«Questi sono i giorni in cui deve prevalere la massima collaborazione. Sono certa che ci sarà. Occorre responsabilità. Non serve allungare l’anno, serve garantire il servizio. Con la task force del ministero lavoreremo per supportare le scuole per la didattica a distanza. Alcune sono già partite».

Le scuole possono ricorrere alla didattica online per non perdere giorni di lezione? Non tutte le classi e non tutti i ragazzi potrebbe avere i dispositivi necessari.
«Interverremo noi, come ministero. Siamo al lavoro da giorni. Avremo partner pubblici e privati, come la Rai, che ci daranno una mano».

A posteriori, pensa che sarebbe stato opportuno mettere in quarantena tutte gli alunni di ritorno dalla Cina, come chiesto dai Governatori del Nord? E farlo ora sarebbe utile?
Abbiamo preso le misure più opportune. E sempre ascoltando le massime autorità sanitarie. Ce lo sta riconoscendo anche l’Oms».

Una mandria di bufale sta investendo la scuola: come si combatte il fenomeno delle - come si chiamano oggi - fake news?
«Invitando tutti a non inseguire notizie che non hanno fonte o non sono validate. Si leggano solo le fonti ufficiali».

Le gite al momento sono state bloccate. Ci saranno i rimborsi per chi sarebbe dovuto partire? Chi ha in programma di partire ad aprile o maggio, come deve comportarsi?
«Il blocco è scattato. Sarà temporaneo. Fino al 15 marzo. Forniremo tutte le indicazioni. Per le scuole è possibile esercitare il diritto di recesso, secondo il codice del turismo. Tuteleremo tutti gli interessi in campo. Ma prima di tutto pensiamo a tutelare la salute».

In questi giorni tra le famiglie e gli studenti italiani c’è disorientamento. Uno studente o un docente raffreddato cosa devono fare? Restano a casa?
«Questo non lo dice il ministro dell’Istruzione, lo dice un medico».

In un momento come questo, è ancora giusto prevedere la trattenuta economica sulle buste paga degli insegnanti per le assenze per malattia?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) incontro i sindacati sul coronavirus con riferimento a tutto il personale della scuola. In questi giorni l’urgenza massima, però, lo ripeto, è la tutela della salute».

È stato reintrodotto l’obbligo di certificato medico per essere riammessi in classe dopo 5 giorni di malattia: è una misura davvero necessaria? Con i medici di base in sofferenza per sovraccarico di lavoro e la difficoltà di far visitare un bambino da un dottore, procurarsi il certificato non diventa un’ulteriore e inutile complicazione per le famiglie?
«È una misura improntata alla massima precauzione, valutata con le autorità sanitarie. Anche questa sarà in vigore fino al 15 marzo».
 

 
 

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