Scuola, il rientro può slittare. I contagi allarmano il governo: spunta l’ipotesi di rinviare il ritorno in aula

Lega e M5S contro la Dad per gli alunni non vaccinati se ci sono infetti nella classe

Scuola, il rientro può slittare. I contagi allarmano il governo: spunta l ipotesi di rinviare il ritorno in aula
Scuola, il rientro può slittare. I contagi allarmano il governo: spunta l’ipotesi di rinviare il ritorno in aula
di Lorena Loiacono e Giampiero Valenza
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Domenica 2 Gennaio 2022, 23:56 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 08:41

La scuola, tra il 7 e il 10 gennaio in base ai diversi calendari regionali, dovrebbe riprendere le lezioni. Manca una manciata di giorni ma la questione è in bilico: il Governo tira dritto sulle lezioni da garantire in presenza ma, mentre le Asl continuano a registrare un incessante aumento di contagi, tra le Regioni c’è chi chiede di riprendere in didattica a distanza per i primi giorni sia per limitare i contatti sia per avviare screening post natalizi e potenziare, nel frattempo, le vaccinazioni tra i piccoli. Ad esempio, lo chiedono l’Abruzzo e la Campania. Ma la decisione è anche all’esame del governo, come di fatto rivelano le parole del coordinatore del Cts Franco Locatelli che ieri, intervistato da Repubblica, non ha escluso lo slittamento di una settimana della ripresa delle lezioni, giorni che poi si potrebbero recuperare a giugno. A spingere Draghi e i suoi consulenti a valutare un rinvio della riapertura delle scuole sono anche i dati sui contagi, trascinati dalla diffusione della Omicron. Numeri senza precedenti dall’inizio della pandemia, con 150mila nuovi casi in 24 ore. Ieri solo apparentemente c’è stato un miglioramento, con 61mila infezioni, ma a fronte di soli 278mila tamponi. Così il tasso di positività (la percentuale di tamponi positivi sul totale dei test effettuati) è salita a livelli mai visti prima, addirittura il 21,9 per cento: un tampone su cinque è positivo insomma. Il che significa che nei prossimi giorni il numero di casi giornalieri tornerà sicuramente ben al di sopra di quota centomila. Anche i ricoveri continuano ad aumentare (ieri 513). Con questo scenario, la riapertura delle scuole rappresenta una grande incognita.

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Nodi

Si teme che dopo il primo o il secondo giorno di frequenza in presenza arriveranno nelle segreterie scolastiche, da parte degli alunni, migliaia di certificati di positività.

Difficile pensare che da qui a venerdì i contagi possano diminuire. Anzi, si faranno sentire le conseguenze delle feste. E partiranno le quarantene. Ed è questo, appunto, il problema più critico: le quarantene dovrebbero essere riviste, alla luce del decreto che prevede per i vaccinati la semplice auto-sorveglianza se sono contatti stretti di un positivo. Il provvedimento può essere esteso anche alla scuola, dove già oggi con due positivi in classe i vaccinati possono aderire al testing restando in presenza? Con la nuova normativa i vaccinati potrebbero frequentare anche con tre positivi in classe. Gli altri vanno in dad? «Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo lezioni in presenza per alcuni e in dad per altri – polemizza la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, M5S – si investa sulla scuola e si migliori il protocollo sicurezza». Sulla stessa linea Lega e Fratelli d’Italia, Domani i sindacati incontreranno il ministro all’istruzione, Patrizio Bianchi, per discutere della legge di bilancio: «Sarà l’occasione per chiedere chiarimenti anche sulle nuove quarantene – spiega Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl scuola - è bene sottolineare che il dirigente scolastico non può chiedere allo studente se è vaccinato oppure no. Esiste un problema di privacy e va chiarito».

Numeri

A poco più di due settimane dall’avvio della vaccinazione per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, i numeri della campagna sono ancora bassi. Secondo i dati aggiornati a ieri del Ministero della Salute, su 3.656.069 bambini di questa fascia d’età sono state somministrate 313.902 prime dosi di vaccino (l’8,59%). Le Regioni dove si corre di più sono Puglia (14,27% dei bimbi vaccinati), Lombardia (12,29%), Veneto (11,07%) e Lazio (10,33%). Si arranca, invece, in Basilicata (3,71%), Friuli Venezia Giulia (3,98%), Sicilia, (4,49%), Calabria (4,62%). L’Italia va a due velocità e non c’è una differenza tra Nord e Sud. «I risultati sugli over 12, la cui campagna è iniziata a fine luglio, sono soddisfacenti. Quindi ci auguriamo che altrettanto avvenga anche per la fascia dai 5 agli 11 anni – spiega Paolo Biasci, presidente della Fimp, la Federazione italiana dei medici pediatri -. Indipendentemente dalla percentuale che oggi abbiamo davanti, bisogna considerare che sono in corso le prime dosi e che si è partiti la settimana prima di Natale. Passate le festività, che probabilmente hanno distratto l’attenzione delle famiglie, avremo buone risposte».
 

 
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