Riapertura scuole, cosa accade in Europa: subito quarantene in Francia e Spagna, Londra ignora allarmi

Riapertura scuole, cosa accade in Europa: subito quarantene in Francia e Spagna, Londra ignora allarmi
Riapertura scuole, cosa accade in Europa: subito quarantene in Francia e Spagna, Londra ignora allarmi
di Lorena Loiacono
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Sabato 5 Settembre 2020, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 14:02

Coronavirus, la pandemia ha ripreso a correre, in tutto il mondo. Anche dove sembrava stesse perdendo forza. Ma ora, almeno in Europa, le scuole devono riaprire: è uno degli impegni più importanti presi tra i governi e i cittadini. Alcuni istituti lo hanno già fatto, ma i risultati non tardano ad arrivare. Ecco cosa sta accadendo nei principali Paesi europei e negli Stati Uniti:



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Francia, chiuse 22 scuole

Tre giorni di scuola sono stati sufficienti, in Francia, per far subito richiudere 22 istituti e un centinaio di classe. Il motivo? L'impennata di contagi da Covid-19. La Francia da giorni ormai è il Paese europeo con maggior numero di nuovi casi anche se, questo record, va comunque collegato all'alto numero di tamponi che ormai supera ampiamente il milione a settimana. I test positivi comunque hanno fatto registrare un'ulteriore impennata nelle ultime 24 ore, arrivando a quota 9.000. Aumentano anche i ricoverati (+28, a 4.671) e i pazienti in rianimazione (+9 a 473). L'allerta è alta le famiglie tremano e le attività nelle scuole vanno avanti con non pochi dubbi e paure. A calmare gli animi, è intervenuto il ministro dell'Educazione, Jean-Michel Blanquer, assicurando che questa impennata era prevista e che le chiusure sono relativamente poco ripsetto alle 60mila scuole riaperte: «Non possiamo dire che ci sono sempre più scuole che chiudono - ha sottolineato il ministro - ci sono delle zone, localizzate, ma era tutto ampiamente previsto, in cui si registrano bambini e personale scolastico positivi al virus». Come si comportano le scuole francesi di fronte ad un'allerta? «prima di tutto l'isolamento degli allievi e di quelli che chiamiamo casi-contatto, poi l'eventuale chiusura di classi. A partire da 3 casi confermati su studenti in classi diverse di uno stesso livello, si può decidere di chiudere tutto il livello. A partire invece da 3 casi confermati in classi di livelli differenti c'è la possibilità di chiudere tutta la scuola. Per il personale scolastico, la chiusura totale o parziale di un istituto può essere decisa a partire da 3 casi confermati”. La procedura è stata seguita regolarmente e per quanto riguarda il centinaio di classi chiuse il ministro sottolinea che si tratta di un dato numerico che potrebbe variare di giorno in giorno. “Il ritorno a scuola è andato bene – ha assicurato Blanquer - pochissimi erano i bambini che mancavano all'appello, molto pochi gli insegnanti non al loro posto. Dobbiamo continuare ad andare a scuola e ad andare al lavoro. Il virus non deve vincere, siamo noi che dobbiamo vincere».

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Gran Bretagna, scuole aperte

Anche la Gran Bretagna, come la Francia, sta vivendo una nuova ripresa dei contagi da coronavirus: con quasi 2000 in un giorno, si è toccato il picco che mancava da fine maggio. Sembrano invece diminuire i decessi. Ma le scuole devono riaprire regolarmente. Il premier Boris Johnson insiste quindi sulla necessità di misure di sicurezza e cautele, dalla quarantena per chi torna in Gran Bretagna dai paesi a rischio fino alle sanificazioni nelle scuole.

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Germania, classi in quarantena

In Germania le scuole sono tornate in presenza dai primi giorni di agosto: quello che inizialmente poteva sembrare un aumento dei contagi legato agli istituti, è invece stato associato al rientro dalle vacanze con 1500 nuovi casi al giorno. A Berlino fino al 21 agosto erano 37 le scuole colpite dal Covid, vale a dire il 4,5% delle 825 totali, solo nella prima settimana di scuola sono stati interessati 12 istituti scolastici che hanno dovuto chiudere temporaneamente. I contagi sono stati registrati ma di fatto le chiusure sono state poche: in Germania si procede mettendo in quarantena le singole classi e gli insegnanti.
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Spagna, lezioni in presenza

Si torna in classe il 7 settembre in Spagna. Anche se il Paese vive una nuova impennata con oltre 3.600 nuovi casi di coronavirus in 24 ore e resta comunque “sorvegliato speciale” in buona parte dell'Europa dove molti Stati hanno aumentato i controlli sui rientri dalla penisola iberica scelta come meta per le vacanze. Ma le lezioni, nonostante la ripresa dei contagi tornano in presenza: "I benefici della scuola– ha assicurato il ministro dell'Istruzione di Madrid, Isabel Celaá - superano di gran lunga i rischi. La Catalogna, la regione più colpita dalla pandemia insieme a Madrid, ha già chiarito che le sue scuole riapriranno dal 14 settembre. Per tutti gli alunni della secondaria sarà obbligatorio indossare la mascherina, in aula e fuori. Un obbligo che potrà essere esteso a partire dai sei anni di età se la situazione dovesse peggiorare. In più gli ingressi saranno scaglionati, sarà provata la temperatura agli studenti e saranno effettuati un totale di 500mila tamponi a docenti, personale amministrativo e studenti: 8mila al giorno dal 15 settembre al 9 ottobre e 20mila dal 10 ottobre al 15 novembre

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New York non torna in classe

Non torneranno in classe prima del 21 settembre i ragazzi delle scuole pubbliche di New York. A deciderlo è stato il sindaco Bill de Blasio dopo una lunga trattativa con il sindacato degli insegnanti. La riapertura era stata inizialmente prevista per il 10 settembre ma poi, ascoltando le parti, si è deciso per il posticipo: prima si riprende con la didattica a distanza, a partire dal 16 settembre, poi si penserà a tornare anche in presenza, ma sempre alternando con la didattica a distanza, dal 21. "Abbiamo bisogno di più tempo": hanno ribadito i rappresentanti sindacali, chiedendo test obbligatori e continui a insegnanti e studenti. L'amministrazione de Blasio provvederà ad installare delle tende per effettuare i test davanti a diversi istituti scolastici.
 

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In Italia già i primi casi

In Italia le classi torneranno in presenza il 14 settembre, in alcune regioni la data è stata posticipata al 22 e al 24, dopo l’electron day del 20 settembre. Ma gli istituti internazionali, che hanno già avviato le prime lezioni o i corsi in presenza, hanno già avuto i primi casi e quindi le prime chiusure. E’ accaduto a Roma, in due degli istituti più prestigiosi: il St George sulla via Cassia, che ha aperto a fine agosto per i corsi di recupero per poi chiudere a causa di 11 casi tra sospetti e positivi, e il Marymount sulla via Cassia dove sono in isolamento 60 persone, tra alunni e docenti. . Primi casi di positività, tra docenti e alunni, classi in quarantena, test a tappeto e scuole che chiudono.
 
 

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