Scuola, ok al decreto legge. Azzolina: riapertura è priorità del governo

Scuola, Ascani pubblica il decreto su Facebook: cosa cambia, dal distanziamento ai concorsi
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Giovedì 28 Maggio 2020, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 00:05

Il Senato vara il testo del Dl scuola con 148 sì e 77 contrari e la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina parla di un «testo migliorato grazie al lavoro della maggioranza». Anche perché la riapertura delle aule a settembre e la ripresa dell'attività didattica in presenza «sono un'esigenza per gli studenti e per le loro famiglie. Ed un obiettivo condiviso da tutto il governo». La titolare di Viale Trastevere scandisce le sue parole a palazzo Madama e aggiunge che, in vista di settembre verranno fornite a tutte le scuole precise indicazioni operative, flessibili rispetto alle caratteristiche di ciascuna istituzione scolastica, e che sono alle limature finali sia il documento del Comitato tecnico scientifico che quello del tavolo di lavoro istituito presso il ministero. 

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Con i 331 milioni messi a disposizione dal governo per la ripartenza in sicurezza e con i 39 milioni che serviranno per far svolgere gli esami di maturità in presenza, le scuole potranno acquistare mascherine, guanti, gel ma anche piattaforme e strumenti digitali di supporto al recupero delle difficoltà di apprendimento, pure per la didattica a distanza e biglietti per visite guidate virtuali. Ma l'approvazione del Dl, che ora dovrà avere il via libera finale dalla Camera entro il 6 giugno, ha visto anche un momento di tensione: tra gli interroganti in Senato, c'è il vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Giuseppe Moles che critica la ministra con parole che appaiono sessiste. «La scuola - dice rivolto alla Azzolina - ha bisogno di credibilità e autorevolezza. La credibilità è come la verginità, se si perde non si può più riacquistare. Non possiamo più credere alle sue parole».

Affermazioni che suscitano l'indignazione e la protesta di numerosi parlamentari e di alcuni ministri. «Il senatore Moles - scrive su twitter la titolare delle pari opportunità, Elena Bonetti - onori l'Aula che oggi ha fatto risuonare di parole sessiste e chieda scusa alla Ministra Azzolina. Che non sia la sua credibilità quella impossibile da recuperare». Parole di condanna arrivano da numerosi esponenti M5S, prima fra tutti la senatrice Barbara Floridia. «Strumentalizzare l'espressione utilizzata in Aula per avanzare isteriche ed inesistenti ipotesi di insulti sessisti sottolinea ancor più il modus operandi dei 5stelle: alzare polveroni per nascondere i propri fallimenti», replica Moles, che fa sapere di aver parlato con Azzolina e di aver chiarito che si riferiva alla credibilità della scuola e di aver aggiunto, nel caso avesse pensato si riferisse a lei, di accettare le sue scuse.

La ministra dell'Istruzione da pochi giorni è sotto scorta, attaccata violentemente sui social anche da alcuni docenti precari a causa del concorso straordinario su quale ieri in commissione si è trovato l'accordo della maggioranza grazie ad una riformulazione che prevede quesiti a risposta aperta (non più il quiz a crocette) da tenersi in autunno, probabilmente ad ottobre. Intanto oggi gli studenti sono scesi in piazza in alcune città italiane per protestare contro la gestione della scuola nella crisi e la maturità. «Bocciamo il ministro non gli studenti» è lo striscione esposto dai ragazzi da Roma a Cosenza. E il leader della Lega Matteo Salvini attacca: «Siamo l'unico paese europeo che ancora non ha dato una data di riapertura. È questa la cosa incredibile. La didattica a distanza non è scuola, l'Italia è l'unico paese che ancora adesso a fine maggio non sa dire e studenti mamme papà e insegnati quando e come si riparte. È una follia». 
 

 
 
 

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