Scuola, l'allarme dei presidi: «Il 70% delle classi in dad è alle elementari. Bisogna vaccinare»

Scuola, l'allarme dei presidi: «Il 70% delle classi in dad è alle elementari. Bisogna vaccinare»
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 16:14

«Sul totale delle classi in dad il 60-70% è alle elementari». Il dato arriva da Mario Rusconi che guida l'Anp, l'Associazione nazionale presidi di Roma. «L'invito che facciamo - dice Rusconi all'ANSA - è di vaccinare i ragazzi dai 12 anni e, dopo l'atteso ok dell'Aifa per le dosi ai più piccoli, anche i bambini dai 5 agli 11 anni: con la vaccinazione di un buon numero di studenti alle superiori le classi in dad in questa fascia di età sono poche».

Scuola, più tamponi agli studenti subito: il piano di Figliuolo per evitare la Dad

Il piano sulla dad

Proprio sulla Dad il governo ha fatto marcia indietro. Si va in quarantena e in didattica a distanza solo con almeno due casi di positività per i bambini dai sei anni ai 12 (elementari e prime medie), mentre per gli studenti più grandi (vaccinati all’85 per cento) resta il sistema della “sorveglianza attiva con i tamponi” e sarà predisposta la didattica a distanza soltanto dal terzo contagio in classe.

E qui è il vero nodo. Per i casi Covid sospetti viene fatto un primo tampone immediato detto “T0” e in caso di risultato negativo, lo studente rientra a scuola con il referto. Viene poi richiamato a distanza di 5 giorni per la conferma (T5). Il test in oggetto però deve essere svolto dalle aziende sanitarie locali che, spesso ingolfate dall'aumento del numero dei contagiati in corso, lasciano a casa per più giorni gli studenti in attesa della prima chiamata per il tampone 0.

L'idea del commissario Figliuolo, che nei prossimi giorni ne definirà i contorni, è quindi quella di aumentare il personale a disposizione delle Asl o delle Ats, spedendo gli uomini della struttura commissariale ad affiancare i sanitari delle aziende sanitarie più in difficoltà. Aumentare il personale che reagisca alle segnalazioni dei dirigenti scolastici in pratica - come peraltro richiesto proprio ieri dalle Regioni rispetto alla campagna di vaccinazione, e non è escluso che le due questioni inizieranno a muoversi insieme - in modo da dimezzare le attese e dare risposte immediate agli studenti considerati "a rischio" contagio. Sul tavolo c'è anche l'ipotesi di rispolverare in qualche modo l'ipotesi del sistema dei drive through gestiti dala Difesa.

 

Luogo sicuro

«Le scuole sono un luogo sicuro e voglio sottolinearlo, le ovvie difficoltà nel contenimento del contagio sono legate al fatto che non abbiamo avuto, fino ad ora, un vaccino disponibile per la fascia d'età sotto i 12 anni quindi nella popolazione pediatrica la circolazione del virus è più facile, come in tutta la popolazione non vaccinata», ribadisce il sottosegretario di Stato al ministero della Salute Pier Paolo Sileri, intervenuto in videocollegamento a un convegno sulle malattie infettive a Genova in occasione della giornata mondiale della lotta l'Aids. Secondo Sileri nelle scuole sarebbe necessario l' introduzione dell'ora di «educazione sanitaria, dalle cose che insegnava la nonna, come lavarci le mani, fino all'educazione alimentare, sessuale, alla gestione delle emozioni. Inoltre, si potrebbe inserire un capitolo che parli della storia del nostro servizio sanitario nazionale, facendolo sentire come patrimonio e bandiera, come quando si guarda la nazionale e si canta l'inno. Se si riesce ad apprezzare questo valore fin da piccoli, nel futuro avremo più fiducia nel servizio sanitario nazionale». 

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