Quarantene ridotte sia come durata sia come numero di studenti coinvolti: la gestione dei contagi nelle scuole, nell’epoca post vaccini, va in questa direzione. Oggi, in molti casi, basta un singolo alunno positivo per causare la sospensione delle lezioni in presenza. L’obiettivo è superare misure così drastiche. E si andranno a fissare regole standard per tutta Italia, visto che al momento cambiano non solo da Regione a Regione, ma perfino da un’Azienda sanitaria all’altra. Nei prossimi giorni si svolgerà un vertice tra Istituto superiore di Sanità, Regioni, Ministeri della Salute e della Pubblica istruzione proprio per definire nuove misure omogenee per tutto il Paese.
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Velocità
Sta prendendo forza la proposta del Lazio, sostenuta dall’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, di restringere il periodo di isolamento a cinque giorni (oggi è a 7 per un vaccinato e 10 per un non vaccinato, ma con conseguenti problemi di privacy che questo differente trattamento può comportare).
«Una cosa è certa - dice D’Amato - non possiamo affrontare il problema dei contagi a scuola allo stesso modo in cui si faceva nel precedente anno scolastico, quando ancora non c’erano i vaccini». Al Ministero della Salute puntano a individuare regole standardizzate, tenendo comunque sempre conto che le scuole non sono tutte uguali: alcune hanno spazi per garantire il distanziamento, altri impianti di aerazione moderni, altre ancora classi troppo numerose, non sarà semplice trovare una soluzione che valga per tutti. Va infine tenuto conto che ad oggi nelle scuole con studenti over 12 la maggioranza è vaccinata, ma il discorso cambia dove gli alunni sono più piccoli visto che non esiste un vaccino autorizzato per quell’età. L’altro giorno, in attesa del vertice che si svolgerà questa settimana, c’è stato anche un colloquio tra il ministro della Pubblica istruzione, Patrizio Bianchi, e il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Ad oggi la ripresa delle lezioni in presenza non ha ancora avuto contraccolpi sui contagi che, al contrario, continuano a scendere.
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Prudenza
Il direttore settore Prevenzione, il professor Gianni Rezza, invita però a essere prudenti: «Le scuole hanno riaperto da poco ed è presto per vedere un eventuale effetto delle riaperture, se ci sarà - ha detto l’altro giorno -. Forse qualche segnale di piccolo aumento in una certa fascia d’età c’è. Però lo sappiamo: al di sotto dei 12 anni non si può vaccinare ancora ed è una popolazione, quella dei bambini, che va attenzionata». Secondo il professor Lopalco queste settimane saranno molto importanti anche per monitorare l’andamento dell’epidemia nelle scuole, ora che la stragrande maggioranza degli insegnanti è vaccinata e lo è una buona parte degli studenti over 12. «Se i contraccolpi saranno limitati - osserva - potrà anche iniziare la fase di normale convivenza con un virus destinato a diventare endemico».