Save the Children, allarme istruzione per milioni di bambini. «L'educazione rischia di collassare»

Save the Children, organizzazione no profit, mette in allarme i governi sull'istruzione dei più piccoli, messa a rischio dalla pandemia
Save the Children, organizzazione no profit, mette in allarme i governi sull'istruzione dei più piccoli, messa a rischio dalla pandemia
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Lunedì 6 Settembre 2021, 15:08

«In un quarto dei Paesi del mondo, l'educazione di centinaia di milioni di bambini rischia di collassare»: è l'allarme lanciato dall'organizzazione no profit 'Save the Children' sulla situazione scolastica dei bambini nel mondo durante la pandemia Covid19 in corso. «Oggi si stima che - continua l'Organizzazione - 10-16 milioni di bambini rischino di non tornare mai più a scuola a causa delle conseguenze economiche del Covid perché costretti a lavorare o a contrarre matrimoni precoci». 

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I dati sul livello di scolarizzazione nel mondo pubblicati da "Save the Children", che da oltre 100 anni è impegnata per la difesa dei diritti dei bambini,  sono tutt'altro che rassicuranti. Alla vigilia dell'inizio dell'anno scolastico per molti Paesi, il quadro è piuttosto critico: tra le cause principali c'è la pandemia e le sue conseguenze economiche, ma anche crisi climatica, carenza di vaccini contro il Covid-19, sfollamenti, attacchi alle scuole e inadeguatezza nei livelli di digitalizzazione.

I dati più allarmanti interessano i paesi a basso reddito: nella fascia di "rischio estremo" ci sarebbe la Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Somalia, Afghanistan, Sud Sudan, Sudan, Mali e Libia.

Seguono Siria e Yemen, considerati ad "alto rischio". Stando così le cose nel 2030, il 20% dei giovani tra 14 e 24 anni e il 30% degli adulti non saranno in grado di leggere.

Scende il livello di istruzione anche per chi ha potuto continuare a studiare, il Covid-19 ha lasciato segni non indifferenti: più della meta' dei 720 milioni di studenti delle scuole elementari, circa 382 milioni, ha un livello d'istruzione molto basso, non vanno a scuola o sono al di sotto del livello minimo di competenza nella lettura. Inoltre, a causa della pandemia il numero di bambini il cui apprendimento è peggiorato potrebbe effettivamente aumentare di altri 72 milioni.

Il Covid ha ripercussioni anche in Italia, in base alle diverse regioni di appartenenza. Molti studenti non hanno raggiunto infatti livelli sufficienti in materie fondamentali come italiano e matematica. Si parla in questi casi di "dispersione implicita" e in Italia i ragazzi che si rientrano in questa categoria sono aumentati dal 7 al 9,5% su base nazionale. Cambia però la loro distribuzione geografica. Il divario territoriale resta altissimo: nel Nord solo il 2,6% dei 'diplomandi' è risultato in dispersione implicita, al Centro l'8,8% e nel Mezzogiorno il 14,8% (oltre 1 studente su 7). Non è un caso che siano proprio i ragazzi più grandi, cioè quelli che hanno avuto il maggior numero di ore in DAD, ad aver fatto registrare i dati più alti nel calo delle competenze acquisite a fine anno.

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