Maturità e coronavirus, Azzolina: «Gli esami al via il 17 giugno. A settembre si deve tornare a scuola»

Maturità e coronavirus, Azzolina: «Gli esami al via il 17 giugno. A settembre si deve tornare a scuola»
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 16:34 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 12:35

L'esame di maturità ai tempi del coronavirus si svolgerà il 17 giugno. Lo ha annunciato la ministra Lucia Azzolina a Skuola.net. «L'esame orale partirà da un argomento che non sarà una tesina ma un argomento da cui partiranno scelto con i loro prof. Si parte da un argomento di indirizzo - spiega - L'esame di stato non è un interrogatorio ma l'apice di un percorso, non può riguardare quanto non è stato fatto». 

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Il sistema dei crediti. «Per questo i crediti prima della pandemia erano 40, poi c'erano gli altri 60 legati alle prove - ha aggiunto Azzolina - Ora deve essere valorizzato il percorso di studi dei più: quel 60 saranno i crediti dai quali gli studenti potranno partire e 40 la prova orale. Questo sarà un giusto riconoscimento all'impegno. Poi ci sarà la possibilità di far sì che l'esame orale partirà da un argomento che non sarà una tesina ma un argomento da cui partiranno scelto con i loro prof».

 

 

Ritorno a scuola a settembre. Per la ripresa a settembre «sto lavorando e ci stiamo lavorando con il Comitato di esperti in vista di settembre: a settembre a scuola si deve assolutamente tornare, stiamo pensando a varie opzioni, nessuno pensi non si stia lavorando. La scuola è uno dei primi pensieri dell'intero governo: lavoriamo per far sì che a settembre si torni nella massima sicurezza se abbiamo chiuso adesso è per fare si che a settembre si tornasse in massima sicurezza oggi non potevamo farlo per i dati epidemiologici ma a settembre vogliamo sentire la campanella nelle nostre aule. Il governo ha l'obbligo di garantire la salute dei cittadini. È un sacrificio oggi per ripartire più forti domani Qualche medico ha paragonato questo periodo allo Yemen alla Siria, qui ci difendiamo da un nemico invisibile».

«Siamo partiti subito con la didattica a distanza. Per me è un dolore, un tormento tenere le scuole chiuse - ha agggiunto - La prima cosa che mi sono chiesta è cosa fare: la scuola deve andare a casa degli studenti, questo mi sono detta. La Didattica a distanza non è sostituibile con quella in presenza, ma era l'unico modo per stare vicino agli studenti. Stiamo ancora lavorando perché nessuno resti indietro, la scuola deve garantire parità di opportunità. Io vengo da una famiglia umile, la scuola mi ha dato tutto. Sono qui a lavorare perché nessuno resti indietro». 

 

 

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