Maturità 2022, si può essere bocciati? Sì ma è improbabile: ecco i dati degli ultimi 5 anni

Una quindicina di anni fa i numeri erano quattro volte di più, con il 2% di studenti bocciati

Maturità 2022, si può essere bocciati? Sì ma è improbabile. I dati degli ultimi 5 anni
Maturità 2022, si può essere bocciati? Sì ma è improbabile. I dati degli ultimi 5 anni
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Lunedì 20 Giugno 2022, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 00:42

Si può essere bocciati alla Maturità 2022? Sì ma è molto raro. Parlano i dati: appena un anno fa, gli studenti bocciati in sede d'esame sono stati appena lo 0,2%. E non solo perchè a causa della pandemia mancavano le prove scritte. Se si guarda allo storico degli ultimi anni, ricostruito da Skuola.net la percentuale di chi non ce la fa è sempre più in calo: nel 2019 i boccciati sono stati lo 0,3% degli ammessi, lo 0,4% nel 2018 e lo 0,5% nel 2017. 

Non è sempre stato così: una quindicina di anni fa i numeri erano quattro volte di più.

In occasione della Maturità 2007, ad esempio, i bocciati furono il 2,1% del totale degli ammessi. Proprio in quegli anni l'esame venne modificato introducendo la possibilità di non essere ammessi alla Maturità. Dal 1999 invece la riforma Berlinguer non prevedeva alcun tipo di sbarramento.

1 su 21 non supera l'esame 

Da quel momento, nella conta dei caduti, a coloro che non raggiungono l'agognato 60, vanno quindi aggiunti i non ammessi all'esame di Maturità. Si tratta di percentuali che, in alcuni anni, sono apprezzabili: il 3,9 % nel 2019, il 4,0% nel 2018, il 3,9% di nuovo nel 2017. Quindi, sommando i non ammessi e i bocciati, dal 2017 ad oggi si può affermare che 1 su 22 non ce l'ha fatta a prendere la Maturità

Anche nel 2021, il 4% dei candidati all'esame di Maturità non è stato ammesso. I numeri quindi dicono che, confrontando l'Esame 2019, quindi del periodo pre-Covid, con la Maturità 2021, svolta in piena pandemia, la presenza o meno degli scritti non incide più di tanto sul tasso di successo finale. Il vantaggio per chi ha affrontato l'Esame di Stato senza scritti, rispetto a quelli che si sono cimentati con quello completo, semmai, è legato al voto con cui ci si diploma. Se nel 2019 gli studenti e le studentesse che si sono diplomati con un voto superiore a 80/100 sono stati circa un terzo del totale (34%), nel 2021 le cose sono andate decisamente meglio: a prendere almeno 80 è stato più di 1 studente su 2.

 

Aumentano i 100 

E, sempre nel 2021, si è registrato un netto aumento rispetto al 2019 (ma anche al 2020) degli studenti diplomati con il massimo dei voti, cioè 100/100 (lodi a parte): 13,5% lo scorso anno, contro il 5,6% dell'ultima maturità svolta in condizioni normali (nel 2020 furono il 9,6%).

Per le prove invalsi il 34% non ha i requisiti minimi in italiano 

Anche la quota di quanti escono dalle superiori col minimo si è molto ridimensionata: mentre nel 2019, gli studenti con voto di 60/100 si attestavano intorno al 6,9%, nel 2021 questi sono stati appena il 4,8%. C'è però un dato che non lascia spazio all'immaginazione: le prove Invalsi. Se infatti nel 2019 il 34% dei diplomati non raggiungeva i requisiti minimi per quanto riguarda le conoscenze base in italiano, nel 2021 si è assistito a un balzo di ben il +9%: lo scorso anno addirittura il 44% degli studenti diplomati presentava forti lacune nell'utilizzo della lingua italiana.

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