Maturità 2021, pochi giorni per consegnare l’elaborato: 2 su 10 lo devono terminare, 3 su 5 stanno “scopiazzando”

Maturità 2021, pochi giorni per consegnare l elaborato: 2 su 10 lo devono terminare, 3 su 5 stanno scopiazzando
Maturità 2021, pochi giorni per consegnare l’elaborato: 2 su 10 lo devono terminare, 3 su 5 stanno “scopiazzando”
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Venerdì 28 Maggio 2021, 20:16 - Ultimo aggiornamento: 20:39

Maturità 2021, pochi giorni per consegnare l’elaborato: 2 su 10 lo devono terminare, 3 su 5 stanno “scopiazzando”.

 Entro il 31 maggio la scadenza per la consegna del tanto discusso elaborato di maturità, con il quale partirà il maxi-colloquio d’esame. Ma la situazione non è rosea. Molti studenti non l’hanno ancora finito, per tanti non sarà un lavoro troppo distante dalla vecchia tesina.

Maturità 2021, guida completa all'elaborato

Con il tradizionale ricorso al copia-incolla. Scuole bocciate: solo il 16% si è sentito supportato dai docenti. Ci siamo, la Maturità 2021 entra nel vivo. È infatti in arrivo il primo passaggio importante del prossimo esame di Stato: la consegna dell'elaborato. Entro il 31 maggio, tutti i candidati dovrebbero inviare alla scuola il lavoro, incentrato sulle materie caratterizzanti l'indirizzo di studi, con cui si aprirà il loro orale.

Il condizionale, però, è d'obbligo visto che a pochi giorni dalla scadenza solo 8 maturandi su 10 sono sicuri o perlomeno fiduciosi di riuscire a completare il compito.

A segnalarlo un sondaggio di Skuola.net, che ha coinvolto 2500 studenti di quinto superiore prima del week-end decisivo. Tutti gli altri - circa 2 su 10 – stanno invece gettando la spugna (se già non l'hanno fatto): il 10% sta pensando di consegnare quel che sarà riuscito a fare fino al 31 maggio anche se il lavoro sarà incompleto, il 7% preferisce finirlo anche a costo di mandarlo in ritardo, il 2% (fortunatamente pochi) potrebbe addirittura non farlo per niente.

Ma non tutto è perduto: anche se l’elaborato non viene trasmesso alla commissione l’orale inizierà comunque proprio dagli argomenti che avrebbero dovuto essere sviluppati nel documento. Lavori, quelli dei maturandi, che in alcuni casi assomigliano alle vecchie tesine, scomparse a partire dal 2019. Il ministro Bianchi ha più volte dichiarato: “Non voglio sentir parlare di tesina!” e in teoria - non casuale la scelta di ribattezzarlo - il lavoro dovrebbe essere sviluppato a partire dalle materie d’indirizzo, per poi allargarsi eventualmente ad altre discipline (non escluso il PCTO).

Ma, di fatto, spesso e volentieri le commissioni si troveranno a leggere una tesina vecchio stile, sotto mentite spoglie: il lavoro di circa la metà dei maturandi (46%) tratterà di un tema che si presta a collegamenti multi-disciplinari che coinvolgeranno diverse materie, tra cui quelle di indirizzo. E i professori, quasi sempre, ne sono al corrente. Anzi, spesso e volentieri – lo riporta il 43% dei 'tesinisti' - lo hanno consigliato proprio i docenti. Infatti, se la scelta degli argomenti nella “vecchia tesina” era in qualche modo una prerogativa del candidato, nel caso dell'elaborato è frutto di un’assegnazione del consiglio di classe. Sempre nel solco della tradizione della tesina, il ricorso a “spunti” esterni, magari su Internet: ben 3 su 5 hanno copiato del tutto o in parte il contenuto che presenteranno alla commissione, più o meno rielaborandolo.

Una scorciatoia peraltro poco redditizia: l’elaborato non ha un peso specifico nel colloquio ma viene valutato nel complesso dell’esame orale. Non conta, quindi, solo il contenuto ma anche l’abilità nel presentarlo. Potrebbe tuttavia destare una certa impressione ai tradizionalisti sapere che il sostituto delle prove scritte, nella maturità in format pandemia, sia spesso costruito con molti aiuti esterni. Tornando ai ritardi nella preparazione, a parziale discolpa di molti ragazzi, almeno basandoci sui loro racconti, c'è da considerare una diffusa inerzia degli stessi insegnanti.

Ogni maturando ha, infatti, un professore designato che lo dovrebbe seguire nella costruzione dell'elaborato: peccato che appena il 16% si dice soddisfatto dal supporto dato dal proprio tutor di riferimento, per il 28% avrebbe potuto fare di più, il 40% sostiene di averlo sentito poco o nulla, un altro 16% praticamente non sa chi sia. Inoltre, anche i docenti-tutor avevano una scadenza da rispettare: entro il 30 aprile avrebbero dovuto assegnare la traccia da cui sviluppare l’elaborato.

Ma, alla fine, solo 2 su 3 lo hanno effettivamente fatto in tempo per quella data. Perlomeno, però, parecchi insegnanti hanno cercato di andare incontro ai ragazzi ascoltando le loro proposte. Oltre la metà dei maturandi, infatti, ha avuto un peso nella decisione del tema da trattare: 1 su 3 dice di averlo indicato lui, il 20% di averlo concordato assieme al professore, solo il 46% ha dovuto accettare una scelta calata dall'alto.

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