Covid-area nelle scuole: la febbre si misura a casa e chi ha sintomi va isolato

Covid-area nelle scuole: la febbre si misura a casa e chi ha sintomi va isolato
Covid-area nelle scuole: la febbre si misura a casa e chi ha sintomi va isolato
di Lorena Loiacono
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Sabato 22 Agosto 2020, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 07:29

La curva dei contagi sale e così anche la consapevolezza che, con l'avvio dell'anno scolastico, potrebbero verificarsi casi positivi anche in classe. In quel caso bisogna sapere come comportarsi senza creare allarmismi. L'Istituto superiore di sanità ha predisposto un vademecum per indicare agli istituti come muoversi. «In una prospettiva di possibile circolazione del virus a settembre e nei prossimi mesi - ha infatti spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss - è stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico, per affrontare le riaperture della scuola con la massima sicurezza possibile e con piani definiti per garantire la continuità». Innanzitutto gli studenti dovranno essere sicuri di non avere la febbre prima di andare a scuola, misurandola la mattina a casa.

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LA PROCEDURA
Nel caso i cui i sintomi dovessero presentarsi durante le ore di lezione, lo studente viene isolato in un'apposita area Covid, di cui ogni scuola dovrà disporre, in compagnia di un adulto dotato di mascherina, in attesa dell'arrivo dei genitori. Ad avvisare la famiglia dovrà essere il referente Covid: una persona della scuola, anche lo stesso preside, formata appositamente per poter controllare eventuali criticità. I genitori hanno poi il compito di avvertire il pediatra o il medico di base, nel caso degli studenti più grandi, che procederà al triage telefonico per capire se i sintomi corrispondono ai segnali del Covid e, in caso di conferma, indirizzerà il ragazzo e i suoi genitori a fare il tampone in tempi strettissimi. I risultati dovrebbero arrivare in giornata. Lo stesso vale per il docente sospetto.
 



Se il tampone è positivo parte l'iter di indagine epidemiologica a cura della Asl di riferimento per ricostruire i contatti nella scuola. La ricostruzione dei contatti nei giorni precedenti riguarda anche quei casi in cui l'alunno o il docente positivo al tampone sono già assenti da scuola. Il referente Covid non ha solo il compito di allertare i famigliari e i medici della Asl ma deve anche segnalare l'eventuale andamento anomalo delle assenze: se in una classe manca più del 30-40% dei ragazzi sarà necessario allertare la Asl. Dovrà quindi mantenere un monitoraggio costante delle condizioni di salute all'interno della scuola. Una volta confermata la positività di un alunno, saranno i medici della Asl a valutare la necessità della quarantena di 14 giorni per i familiari e per i compagni di scuola. Non sarà chiusa tutta la scuola ma potrebbe fermarsi una buona parte. Oltre alla classe dello studente positivo, infatti, potrebbe essere messa in quarantena anche un'altra o più classi, qualora i ragazzi siano stati in contatto.

Se la positività riguarda un docente, inoltre, potranno finire in quarantena tutte le classi in cui ha insegnato negli ultimi due giorni. Nel caso in cui dovesse risultare positivo un genitore o comunque un contatto stretto di un alunno o di un docente, verrebbe messo in isolamento l'alunno o l'insegnante ma nessun altro all'interno della scuola: il referente Covid scolastico dovrà comunque essere informato.

LA POLEMICA
Il tema della quarantena apre anche nuove questioni sul personale: la didattica per la classe isolata a casa deve infatti spostarsi online, a distanza, quindi si procederebbe per due settimane con la tanto temuta dad. I sindacati chiedono chiarezza sulla posizione dei docenti messi in quarantena: «Chiediamo da tempo - spiega la segretaria Cisl scuola, Maddalena Gissi - un contratto integrativo per fare sì che i docenti in quarantena non risultino in malattia. Avrebbero le detrazioni sullo stipendio e a quel punto non continuerebbero a far lezione. Sarebbe assurdo nominare un supplente».

Il caso positivo, una volta guarito può tornare in classe, ma solo dopo due tamponi negativi a distanza di 24 ore. Nel caso di uno studente o docente sospetti ma negativi, sarà necessario ripetere il tampone dopo 2-3 giorni. Sull'obbligo di mascherina in classe deciderà il Comitato tecnico scientifico che ha posticipato la prossima riunione dal 29 agosto al 1 settembre.
 

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