Coronavirus, l'esperto: «Soffre il caldo e in estate sarà meno aggressivo, ma non scomparirà»

Coronavirus, l'esperto: «Soffre il caldo e in estate sarà meno aggressivo, ma non scomparirà»
Coronavirus, l'esperto: «Soffre il caldo e in estate sarà meno aggressivo, ma non scomparirà»
2 Minuti di Lettura
Martedì 26 Maggio 2020, 21:16
Il coronavirus soffre il caldo. Le ipotesi dei mesi scorsi sembrano aver trovato conferma dagli studi. Eppure il Covid-19, assicurano gli esperti, non scomparirà con l'estate. Ed è sempre più acceso il dibattito sugli effetti delle alte temperature. «Sars-CoV-2, come tutti i coronavirus, è condizionato in maniera determinante dal clima. In laboratorio abbiamo visto che, aumentando di pochi gradi centigradi la temperatura dei terreni di coltura e quindi portandola all'intervallo di 25-30 gradi, circa il 53% dei ceppi non sopravvive e il restante dimostra un'attività circa 12 volte inferiore». Lo afferma all'Adnkronos Salute Pasquale Mario Bacco, medico legale e ricercatore di Meleam, società specializzata in medicina del lavoro. 

Leggi anche > Coronavirus, l'abbraccio per evitare il contagio è attraverso la plastica: l'idea che fa felice i nonni

«In estate si prevede che il virus presenterà un'attività molto limitata con scarsissima aggressività, ma siccome riesce a sopravvivere, probabilmente riapparirà con lo scendere delle temperature. Insomma, non se ne andrà via del tutto. La mia idea è che non sparirà, come invece ha fatto la Sars», ricorda l'esperto. Essendo «sensibile al clima, Sars-CoV-2 si manifesterà sempre in maniera più incisiva nelle zone più fredde d'Italia», aggiunge il ricercatore.

«Il virus alla nostra osservazione - continua Bacco - presenta delle sensibili mutazioni, realizzate anche in tempi brevi. Questo ci fa pensare sempre di più che sia scarsa la possibilità di realizzare un vaccino che possa essere oggettivamente efficace per un tempo meritevole di considerazione. Al momento - precisa - le mutazioni osservate riguardano soprattutto zone genomiche definite 'introni, per definizioni scarsamente codificanti«.
«Stiamo riscontrando infine, con sempre maggiore frequenza, filamenti proteici virali nei liquidi biologici; al momento tale osservazione seppur interessante, non sembra avere importanti ripercussioni sull'evoluzione del microrganismo», conclude.
© RIPRODUZIONE RISERVATA