Coronavirus, Brusaferro: «No al riutilizzo delle mascherine chirurgiche. Attenzione a non esagerare con l'uso di igienizzanti»

Coronavirus, Brusaferro: «No al riutilizzo delle mascherine chirurgiche. Attenzione a non esagerare con l'uso di igienizzanti»
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Giovedì 4 Giugno 2020, 15:26
L'uso delle mascherine chirurgiche deve essere non solo obbligatorio ma anche ponderato. A porre l'accento sulla questione è il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro, in audizione in Commissione d’inchiesta sui rifiuti che ha affermato: “Le mascherine chirurgiche possono esser utilizzate anche per un uso prolungato da 2 a 6 ore, ma non ci sono evidenze che ne garantiscano il riutilizzo in sicurezza”. Per quelle di comunità “dipende dal materiale con cui sono realizzate” ma queste “non hanno potere filtrante, fungono solo da barriera”. 

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Rispetto allo studio in laboratorio che ha rilevato parti di virus nella parte interna delle mascherine dopo 7 giorni dalla contaminazione, Brusaferro ha specificato: “si tratta di uno studio scientifico in ambienti protetti, non è dunque immediatamente assimilabile a situazioni normali. Costruire un setting sperimentale vuol dire tenerlo protetto da luce del sole e da altri fattori che hanno una influenza sui risultati nella vita reale”.

Brusaferro ha messo in guarda dall’uso eccessivo di disinfettanti. “Laddove le superficie sono mantenute pulite il virus è facilmente inattivabile, ma dobbiamo stare attenti a non esagerare. Le disinfezioni possono provocare effetti indesiderati se usate in modo estensivo e intensivo. Perché un eccesso di disinfettanti arriva negli scarichi ed entra in un ciclo”. 

“L’igienizzazione accurata e frequente delle mani è un elemento essenziale della prevenzione del contagio”, ha precisato Brusaferro. Tuttavia “in alcuni casi specifici è opportuno, in aggiunta a questo, utilizzare guanti monouso, al fine di ridurre il potenziale di contaminazione dei prodotti. Ad esempio, negli esercizi commerciali dove il consumatore può venire a contatto con gli alimenti”, come negli ortofrutta. Quanto alla trasmissione tramite gli alimenti o confezioni alimentari, “le evidenze mostrano che sia altamente improbabile”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Comunque, per “circoscrivere questo tipo di rischio”, le principali pratiche igieniche già in adozione per evitare la contaminazione degli alimenti da parte di microrganismi nocivi quando si maneggiano, preparano, trasformano, confezionano e imballano gli alimenti, “rappresentano un approccio idoneo anche nei confronti della diffusione del Sars-CoV-2”.
 
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