Coronavirus, lo studio cinese: «Massima attenzione ai condizionatori, possono favorire il contagio»

Coronavirus, lo studio cinese: «Massima attenzione ai condizionatori, possono favorire il contagio»
Coronavirus, lo studio cinese: «Massima attenzione ai condizionatori, possono favorire il contagio»
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Domenica 26 Aprile 2020, 22:55 - Ultimo aggiornamento: 23:15

Bar e ristoranti riapriranno solo a inizio giugno, a meno che non attivino servizi d'asporto. Per questo motivo, in vista della fase due dell'emergenza coronavirus, c'è un dato da non sottovalutare e spiegato da uno studio svolto da alcuni ricercatori dell'università di Guangzhou, in Cina.

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A raccontarlo è Medical Facts, il portale scientifico di Roberto Burioni: i ricercatori cinesi hanno analizzato un caso di contagio in particolare, partito da una famiglia di Wuhan che il 23 gennaio si trovava in vacanza a Guangzhou e non sapeva di aver contratto il coronavirus. La famiglia era andata a pranzo in un ristorante, in una sala ampia 145 metri quadrati e dotata di 15 diversi tavoli. Nella sala, in tutto, c'erano 83 persone e otto camerieri. La sera stessa, uno dei membri di quella famiglia aveva iniziato ad accusare i primi sintomi del Covid-19 (febbre e tosse) e sottoposto a tampone era risultato positivo. Le autorità cinesi erano riuscite a identificare tutti i presenti nella stessa sala del ristorante, mettendoli in isolamento.

I successivi controlli avevano permesso di accertare che, oltre a tutti i membri della famiglia di Wuhan, anche chi sedeva ai due tavoli più vicini (ma comunque distanziati) era risultato positivo. L'indagine epidemiologica ha permesso anche di quantificare il tempo trascorso in comune tra la famiglia di Wuhan e i commensali seduti agli altri tavoli. Un sopralluogo al ristorante aveva permesso anche di accertare forti correnti d'aria causate dai getti dei condizionatori, il vero motivo della trasmissione del virus anche di fronte a distanze superiori al metro: le goccioline, che di solito cadono a terra, con l'aria dei condizionatori sono state spinte più lontano.

L'allarme, ovviamente, non va sottovalutato, ma Roberto Burioni spiega che i risultati dello studio costituiscono un'utile indicazione: «Dobbiamo considerare, in vista dell'estate, questo fattore per stabilire la disposizione dei tavoli ed il distanziamento. Ci sono però anche aspetti positivi: su 82 persone, 72 commensali e otto camerieri non hanno contratto il virus. La distanza e l’attenzione ai flussi d’aria saranno i due elementi ai quali ci dovremo affidare per la protezione contro l’infezione quando tenteremo di riprendere la nostra vita normale».

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