I bambini nati nel corso della pandemia hanno un QI inferiore di oltre 20 punti rispetto a chi è nato prima

I bambini nati nel corso della pandemia hanno un QI inferiore di oltre 20 punti rispetto a chi è nato prima
di Alessia Strinati
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Venerdì 13 Agosto 2021, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 10:36

I bambini nati durante la pandemia avranno un QI inferiore a quello degli altri. Secondo uno studio che viene dagli Usa i bimbi nati nel corso della pandemia hanno ridotto significativamente le prestazioni verbali, motorie e cognitive complessive rispetto ai bambini nati prima.

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La chiusura di attività e scuole, e l'isolamento, hanno fatto sì che i bambini ricevessero meno stimoli esterni, fondamentali nei primi mesi e anni di vita. Ad aggravare la situazione sono stati il grado di stress e di ansia spesso sviluppato dai loro genitori. Con una stimolazione limitata a casa e una minore interazione con il mondo esterno, i bambini dell'era della pandemia sembrano aver ottenuto punteggi incredibilmente bassi nei test progettati per valutare lo sviluppo cognitivo, ha affermato l'autore principale dello studio Sean Deoni, professore associato di pediatria (ricerca) alla Brown University.

Nel decennio precedente la pandemia, il punteggio medio del QI sui test standardizzati per i bambini di età compresa tra tre mesi e tre anni si aggirava intorno a 100, mentre per i nati nell'ultimo anno e mezzo è sceso a 78, secondo l'analisi, che è ancora da sottoporre a revisione paritaria.

Ovviamente il risultato peggiore è quello avuto nei bambini provenienti da strati sociali ed economici inferiori e più disagiati. 

Il fattore chiave che ha influenzato questi punteggi più bassi nei neonati è stato probabilmente lo stress sui genitori che hanno affrontato sfide sia nel lavoro che nel fornire un'assistenza all'infanzia attenta a tempo pieno, conclude la ricerca

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