La riforma del codice degli appalti: ecco come può cambiare il settore edilizio

Lunedì 19 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:39 | 2 Minuti di Lettura
La riforma del codice degli appalti: ecco come può cambiare il settore edilizio

Luci e ombre. In base all’inclinazione di chi lo guarda, il nuovo Codice degli appalti determina segni di approvazione o stroncature. Anche dalla Puglia. Una premessa, però, è d’obbligo rimandando alle schede per alcuni flash: il documento che ha ricevuto l’ok in consiglio dei ministri solo pochi giorni fa è suddiviso in 5 libri e 229 articoli. Insomma, un faldone estremamente corposo che necessiterà di valutazioni ulteriori. Nel filone dei critici, c’è sicuramente il sindacato. La Fillea Cgil, la categoria sindacale che tutela i lavoratori dell’edilizia, considera la riforma sbagliata a causa delle condizioni che si creeranno per gli operai. «Sì perché rischia di peggiorare sicurezza, diritti e salari - osserva il segretario jonico Francesco Bardinella - siamo i primi a voler velocizzare e mettere a terra il Pnrr ma siamo per fare le cose per bene. Anche perché, guardando al nostro territorio, è sicuramente necessario un intervento che ponga fine ad inaccettabili ritardi nella realizzazione di infrastrutture come la Regionale 8 o la Bradanico salentina».

L’associazione degli edili è meno tranciante. Anzi, secondo il presidente dei giovani imprenditori di Ance Puglia, Luigi De Santis, «siamo sempre contenti quando ci sono soluzioni per fare chiarezza. La clausola sulla revisione dei prezzi a seconda dei rialzi è una cosa importante ma bisognerà lavorare sulle soglie e sulle percentuali». Anche per il rappresentate di Ance Taranto, Fabio De Bartolomeo, ci sono aspetti che potrebbero snellire le procedure «però come ogni riforma c’è sempre bisogno di un rodaggio e la nostra paura è che possa impattare con il Pnrr e rallentare i tempi. Lo stiamo studiando, sono centinaia di pagine e ci rendiamo conto che non è semplice scrivere un nuovo codice degli appalti».

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