Giornate Fai, ecco i posti più belli da scoprire in Puglia

di Alessio PIGNATELLI
Giovedì 23 Marzo 2023, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 15:27 | 2 Minuti di Lettura

LECCE

La chiesa dei santi Niccolò e Cataldo e il Cimitero monumentale

La chiesa dei santi Niccolò e Cataldo fa parte di un complesso monastico benedettino, costruito nel 1180 fuori dalle mura urbiche. Gli Olivetani, subentrati ai Benedettini nel 1494, trasformarono la struttura del cenobio con la sola eccezione della chiesa. Il complesso monumentale rappresenta una memoria storica che attraversa circa sei secoli, dalla fine del XII fino al XVIII secolo. Gli Olivetani affidarono gli interventi alle maestranze più significative dell'epoca: Gabriele Riccardi, autore delle due eleganti acquasantiere e della statua di S. Nicola e Giuseppe Cino, cui è attribuito il rifacimento della facciata terminato nel 1716. L’edificio è un esempio del romanico con istanze culturali nordiche, bizantine e arabo-islamiche. Nella facciata perfetto è l'equilibrio tra il passato medievale e il barocco. L'impianto è di tipo basilicale con tre navate orientate. All'incrocio tra il braccio longitudinale e quello trasversale svetta l'alto tamburo della cupola. La veste pittorica conserva lacerti di affreschi quattrocenteschi e una decorazione delle volte completata nel Seicento. Durante le Giornate di Primavera 2023, sabato 25 marzo alle ore 11.30, Caterina Rinaldo, delegata regionale FAI per la comunicazione, proporrà una lettura della chiesa sotto il profilo del significato dell'edificio di culto, dell'impianto architettonico e delle relazioni tra lo spazio sacro e il programma iconografico del luogo della celebrazione. Il Cimitero monumentale di Lecce, costruito a metà dell'Ottocento in seguito all'Editto napoleonico di Saint-Cloud, sorge nell'area antistante la chiesa dei S.S. Niccolò e Cataldo. Nella zona del Giardino Funebre tombe pavimentali, cappelle gentilizie, sepolcri – tra cui quelli di artisti, musicisti e personaggi illustri che hanno fatto la storia di Lecce – sono disseminati tra alberi di diverse specie: cipressi, eucalipti, oleandri, abeti. Nell’area della Città dei morti, come in quella "dei vivi", sono presenti i concetti di strada, piazza e una rigorosa differenziazione sociale. Vi si ritrova una multiforme varietà di stili e soluzioni architettoniche che, tra eclettismo, liberty e neoclassicismo, creano, nella morbida pietra leccese, incanti di colori e di figure.

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