Vaccino Pfizer, via libera dell'Aifa. «Due dosi a distanza di tre settimane. Tra una dose e l'altra lieve rischio di infezione»

Vaccino Pfizer, via libera dell'Aifa. «Due dosi a distanza di tre settimane. Tra una dose e l'altra lieve rischio di infezione»
Vaccino Pfizer, via libera dell'Aifa. «Due dosi a distanza di tre settimane. Tra una dose e l'altra lieve rischio di infezione»
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Martedì 22 Dicembre 2020, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 19:46

L'Agenzia italiana del Farmaco ha dato il via libera all'immissione in commercio del vaccino Pfizer-BioNTech contro il coronavirus. L'annuncio è arrivato in una conferenza stampa alla presenza del presidente Giorgio Palù e del direttore generale Nicola Magrini, che hanno spiegato che il vaccino è stato approvato per gli over 16 senza controindicazioni, anche per le donne in gravidanza. Magrini ha anche sottolineato come tra una dose e l'altra del vaccino (un tempo di circa tre settimane) il rischio di contagio da Covid c'è, ma l'infezione arriverebbe in forma verosimilmente più lieve.

«Il vaccino è approvato per tutta la popolazione sopra i 16 anni e non ha controindicazioni assolute.

Non sono richieste accortezze particolari per sottopopolazioni specifiche né per anziani o immunodepressi, inclusi chi ha problemi di coagulazione del sangue o sanguinamento. Anche per la gravidanza e allattamento, che si era detto potessero essere controindicazioni assolute, non lo sono, perché anche in questo caso i benefici superano i rischi», ha detto Magrini.

«La seconda dose del vaccino va fatta a 3 settimane dopo la prima e la risposta immunitaria della prima dose è già visibile dal sesto o settimo giorno. Nella rara ipotesi che ci si infetti in questo breve lasso di tempo, lo si sarebbe verosimilmente in forma più lieve», ha spiegato in merito all'eventualità che si possa contrarre il Sars-Cov-2 tra una dose e l'altra del vaccino. Programmi di farmacovigilanza attiva con richiamo dei pazienti ed sms nel corso del 2021 con capacità di analisi a 3, 6 e 9 mesi per capire la risposta immunitaria nella popolazione italiana, ha aggiunto Magrini rispondendo a una domanda sulla farmacosorveglianza in merito al vaccino.

«In questa prima fase ma anche per le fasi successive, per i primi 2 o 3 mesi, il vaccino sarà coordinato e somministrato attraverso la struttura commissariale e le regioni». Operatori sanitari e Rsa interessati alla somministrazione del vaccino «saranno identificati sulla base di specifiche liste regionali». Per i prossimi mesi, dunque, non ci sarà un meccanismo di prenotazione ma di chiamata, ha detto Magrini. «Successivamente, con il coinvolgimento dei medici di famiglia, ha concluso, si vedrà come fare».

A vaccinare contro il Covid-19 in Italia «si inizierà domenica con un gruppo limitato di operatori sanitari. Poi saranno tutti gli operatori sanitari, circa un milione, nel mese di gennaio, ad essere vaccinati. Quindi le persone nelle Rsa, per un analogo volume di popolazione. Successivamente le popolazioni a rischio, anziani o soggetti con specifiche patologie». «Il 27 è il V-day a livello europeo: anche questo è un grande passo avanti, in termini simbolici per il sentirsi parte di una grande comunità, nell'ambito di una pandemia globale». 

SUI MONOCLONALI NESSUN RIFIUTO «Aifa ha interesse a valutare gli anticorpi monoclonali» e «nei prossimi giorni sicuramente valuteremo se c'è un'opportunità di fare una sperimentazione che sia in grado di confermare anche i dati già prodotti sulla letteratura scientifica», ha detto il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù. Aifa, ha quindi tenuto a sottolineare il direttore generale, Nicola Magrini, sugli anticorpi monoclonali «è sempre stata aperta» e «non risponde a verità il fatto che ne avrebbe rifiutato l'accesso in Italia».

«Aifa - ha riferito ancora Magrini - non ha ricevuto alcuna proposta di donazione per l'accesso a questi monoclonali e non ha ricevuto alcuna proposta di sperimentazione. Alla luce di alcuni disponibili e approvati, ha aggiunto, l'idea di fare uno studio clinico che ne veda in Italia la valutazione e anche le modalità di accesso ottimale è un interesse primario che andrà discusso anche con tutta la comunità scientifica in termini di fattibilità e di esecuzione in questo momento in Italia. Quindi massima apertura e massimo interesse». 

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