Nonostante la crescita del numero di contagi il ministro esclude si possa ricorrere e a nuovo lockdown: «Non è nostra intenzione fermare di nuovo il Paese. Abbiamo investito molte risorse e rafforzato il Servizio sanitario nazionale. Non chiudiamo, anzi riapriamo le scuole». Ci sono tutte le condizioni per un ritorno in classe a settembre «in sicurezza».
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Le linee guida approvate all'unanimità con Regioni, Province e Comuni «ci dicono cosa fare in presenza di positivi o focolai. Il Paese deve fare ancora passi avanti e riaprire la scuola è la cosa più importante». Il ministro vorrebbe si smettesse di speculare sul tema per fini politici: «Basta con la campagna elettorale sulla scuola. La riapertura è una grande sfida di tutta la comunità nazionale - sottolinea -. È un messaggio al Paese. Dobbiamo recuperare quello slancio nazionale che ci ha consentito di superare i mesi più difficili».
E la piazza negazionista di Roma «mi fa venire i brividi.
Con oltre 35 mila morti quelle immagini sono inaccettabili». Venendo ai verbali del Comitato tecnico scientifico desecretati, Speranza ribadisce che non contenevano un piano segreto del governo sull'emergenza covid ma «uno studio in itinere su scenari potenziali e diversi tra loro, iniziato dai nostri scienziati a metà febbraio e completato a marzo». Quel documento «non è mai stato secretato dal governo, il vincolo di riservatezza fu scelto dal Cts». Alle Regionali «non si vota sul governo - commenta -. Certo è che in tante regioni rischiamo di non vincere perché siamo divisi. Questo non va bene».