Ranieri Guerra (Oms): «No a un altro lockdown: ci sarebbe una rivolta armata»

Ranieri Guerra: «Sì coprifuoco, no a un altro lockdown: ci sarebbe una rivolta armata»
Ranieri Guerra: «Sì coprifuoco, no a un altro lockdown: ci sarebbe una rivolta armata»
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 11:16

Sì ai coprifuoco, no a un altro lockdown che sarebbe pericolosissimo. È l'opinione di Ranieri Guerra, rappresentante dell'Oms nel Comitato tecnico scientifico, che intervistato dal Fatto Quotidiano rileva come i coprifuoco notturni siano «un palliativo per non chiudere tutto. Servono anche per limitare l'utilizzo di alcol e altre sostanze che rilassano i freni inibitori esponendo a rischi i giovani», ma il lockdown generalizzato «dobbiamo evitarlo perché provocherebbe rivolte armate. Le persone sono state sfinite dai tre mesi di lockdown».

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Ecco cosa significa

«Purtroppo poi in estate hanno abbassato troppo la guardia incoraggiate anche da colleghi che non capisco bene che lavoro facciano - aggiunge - Adesso bisogna, però, fare anche una valutazione sullo stato di salute mentale di tutti e dei nostri figli. Come Oms abbiamo registrato un aumento di suicidi tra i giovani, per fortuna non in Italia, l'aumento del consumo di bevande alcoliche tra le mura domestiche». Conte «ha ragione quando dice che non è l'Italia di marzo quella di oggi. La capacità di decidere per aree e territori sarà sempre più fondamentale».

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I temi centrali contro la pandemia, secondo l'esperto, sono «il trasporto pubblico», poi «i medici di base» che «andrebbero inseriti maggiormente nel sistema di risposta», mentre il terzo è «investire nelle scuole, oltre che in sicurezza anche su nuovi programmi per i giovani adulti, in modo da evitare di avere in futuro altri terrapiattisti». Sul vaccino «le tempistiche sono allo stato ancora solo stimabili, non certe. Per fine 2020, se tutto fila liscio, avremo la conclusione di uno o più processi regolatori delle agenzie europea e americana del farmaco. Ma non significa che avremo le dosi disponibili. Nel primo trimestre del 2021 la sfida colossale sarà di natura industriale e logistica per la produzione e la distribuzione del vaccino».

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