La ricerca: più carboidrati e meno proteine, così il cervello invecchia bene

La ricerca: più carboidrati e meno proteine, così il cervello invecchia bene
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Venerdì 23 Novembre 2018, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 17:01
Diete con poche proteine e un alto apporto di carboidrati possono essere una chiave per la longevità, in special modo quella del cervello, favorendone un invecchiamento sano. A suggerirlo è una ricerca dell'Università di Sidney, pubblicata su Cell Reports. «Al momento non ci sono trattamenti farmacologici efficaci per la demenza: possiamo rallentare questo tipo di malattie ma non possiamo fermarle, quindi è stimolante il fatto che stiamo iniziando a identificare diete che possono influenzare il modo in cui il cervello invecchia», evidenzia l'autore principale dello studio Devin Wahl. La ricerca è la prima a mostrare che le diete a basso contenuto proteico e ad alto contenuto di carboidrati hanno vantaggi protettivi simili per il cervello a quelli di regimi alimentari che prevedono una restrizione calorica, da anni studiati per i loro benefici sulla longevità. David Le Couteur, autore senior dello studio, evidenzia inoltre che numerose realtà hanno a lungo osservato questo mix.

 
«La dieta tradizionale di Okinawa in Giappone - sottolinea - è circa il 9% di proteine, con pesce magro, soia e vegetali e pochissima carne bovina, interessante notare che una delle principali fonti di carboidrati è la patata dolce».
Per lo studio, i ricercatori hanno alimentato i topi con carboidrati complessi derivati dall'amido e le proteine della caseina del formaggio e del latte. Si sono concentrati sull'ippocampo, area del cervello responsabile dell'apprendimento e della memoria.
«L'ippocampo di solito - aggiunge Couteur - è la prima parte del cervello a deteriorarsi con malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. La dieta ricca di carboidrati e con poche proteine sembra promuovere salute e biologia dell'ippocampo nei topi, su alcune misure in misura ancora maggiore di quella ipocalorica». I roditori sono stati sottoposti anche a test di memoria spaziale e mnemonici, da cui sono emersi modesti miglioramenti.
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