Il virologo Crisanti: «Catalogna e Francia preoccupano. Fare tamponi nei luoghi della movida»

Il virologo Crisanti: «Catalogna e Francia preoccupano. Fare tamponi nei luoghi della movida»
Il virologo Crisanti: «Catalogna e Francia preoccupano. Fare tamponi nei luoghi della movida»
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Mercoledì 22 Luglio 2020, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 21:56
Il virologo Andrea Crisanti, responsabile del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, lancia l'allarme per le prossime settimane per quanto riguarda la pandemia di coronavirus, con gli esempi della Catalogna e della Francia che dovrebbero farci stare in allerta: «Mi preoccupa è il fatto che in Catalogna o in Francia abbiano una situazione caratterizzata da circa 800-1.000 casi al giorno. Sono Paesi che hanno una condizione sociale e climatica molto simile all'Italia», ha detto Crisanti all'Adnkronos Salute.

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«Mi chiedo perché siamo differenti, ecco. Mi chiedo se è per via delle misure protettive o perché magari non facciamo test alle persone giuste. C'è sempre una domanda da porsi». Sicuramente, continua, «la movida è il luogo dove c'è una concentrazione di persone con molti contatti anche non protetti, è quindi il posto giusto per vedere se ci sono persone infette che trasmettono il virus». Quanto agli arrivi dall'estero, «sono sempre stato d'accordo sui tamponi all'ingresso nel nostro Paese. È la cosa giusta da fare e Dio solo sa quanto sarebbe stato necessario farlo all'inizio di tutto, cioè quando lo abbiamo proposto a febbraio scorso», a inizio emergenza.

Il coronavirus Sars-Cov-2 «sfrutta il comportamento umano per trasmettersi ed è maggiormente a rischio chi ha più contatti.
Queste persone vanno intercettate dove si incontrano, quindi nei luoghi della movida. Ed è altrettanto importante - sottolinea - fare controlli su chi arriva dall'estero. La priorità è circoscrivere e spegnere tutti i focolai e fare controlli su chi viene da fuori per evitare reintroduzioni del virus dall'esterno». Principi che hanno ispirato anche la riflessione del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha parlato ieri dell'ipotesi di fare una campagna di test, su base volontaria, nei punti nevralgici della movida. «Mi sembra - commenta - una cosa giusta quella di concentrare i controlli su questo fronte, è un tentativo per capire che sta succedendo, se il virus circola». 
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