Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css), il dottor Franco Locatelli, è stato in prima linea per oltre due anni nella lotta al Covid: ricordiamo bene il suo volto e la sua voce in quelle terribili settimane del lockdown. E Locatelli, al 77esimo Congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), in corso a Sorrento, è tornato su quei drammatici momenti, rivendicando la decisione di chiudere il Paese per evitare che i morti per il virus aumentassero a dismisura.
«Permettetemi di rivendicare con orgoglio la scelta di aver chiuso il Paese nel marzo 2020.
Per quanto riguarda i decessi, ha fatto notare, «nel 2022 in 4 mesi e mezzo siamo al numero equivalente a quello osservato nel 2021. Il che è coerente con i dati sia di incidenza che di ospedalizzazione. Pochi dubbi che i casi maggiori» fra i bimbi «li abbiamo avuti a inizio 2022, rispetto a fasi che nel 2020-2021 avevano in parte risparmiato l'età pediatrica». «Dobbiamo essere molto onesti intellettualmente per dire che, a fronte di un Paese che si è distinto per una performance vaccinale straordinaria», con «più del 90% dei soggetti sopra i 12 anni» che «hanno ricevuto il ciclo di vaccinazione primaria», e «il 93% degli eleggibili alla dose booster» che «l'ha ricevuta, in pediatria le cose non sono andate esattamente nella direzione che avevamo auspicato: siamo su percentuali di soggetti che hanno ricevuto il ciclo di vaccinazione primaria che non arrivano al 35%. E di certo qualche voce tiepida, se non talora dissonante, proveniente anche dal nostro mondo - va ammesso - non ha giovato alla promozione della campagna vaccinale nei bambini più piccoli».