Coronavirus, l'Iss: «Situazione migliorata, indice contagio tra 0,2 e 0,7. Ma bisogna essere cauti»

Coronavirus, l'Iss: «Situazione migliorata, indice contagio tra 0,2 e 0,7. Ma bisogna essere cauti»
Coronavirus, l'Iss: «Situazione migliorata, indice contagio tra 0,2 e 0,7. Ma bisogna essere cauti»
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Venerdì 24 Aprile 2020, 13:30

L'Istituto superiore di sanità ha tenuto una conferenza stampa per aggiornare sulla situazione della pandemia di coronavirus in Italia. ​Secondo quanto ha affermato il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, la situazione epidemiologica è nettamente migliorata, ma c'è una circolazione del virus che continua e di cui tener conto, e ci vuole cautela nelle misure di riapertura. «L'indice di contagio in Italia è tra 0,2 e 0,7 ma ci vuole poco a tornare sopra la 'soglia'», ha affermato il ricercatore Merler. 

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Al Nord e in Lombardia l'epidemia «è partita molto prima, di sicuro a gennaio e forse anche prima», è emerso dalla conferenza stampa. La maggiore concentrazione dei casi «si ha nelle Rsa, a livello familiare e al lavoro», ha detto il presidente dell'Iss. Inoltre, ad aprile, ha detto, «sono aumentati i casi tra le donne». Ci sono aree «a bassa, media e alta circolazione del virus» e «ci sono focolai anche in aree a bassa circolazione». Tuttavia «il miglioramento è netto, ma serve cautela», ha detto.

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Il numero dei casi di Covid-19 «si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese», ha aggiunto Brusaferro. «La curva mostra che i sintomatici si riducono, ma ci sono ancora casi, anche questi però in riduzione. Aumenta l'utilizzo dei tamponi. Crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici. Inoltre le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità».

GIOCATORI D'AZZARDO CHIEDONO AIUTO «Aumenta il numero di telefonate da parte dei giocatori d'azzardo in preda a crisi di astinenza al numero verde dell'Istituto Superiore di Sanità. E chiamate che prima duravano in media 15 minuti, oggi durano almeno 40». A spiegare all'ANSA le conseguenze dell'emergenza coronavirus sui giocatori problematici è Roberta Pacifici, direttore del Centro Dipendenze e Doping dell'Iss, che sottolinea: «La presa di coscienza di avere un problema è aumentata con il lockdown.

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