Italiani sempre più popolo di obesi: è allarme salute, i dati sono inquietanti

Allarme obesi in Italia
Allarme obesi in Italia
di Mario Fabbroni
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Martedì 9 Ottobre 2018, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 09:15

Sono 22 milioni gli italiani in sovrappeso. Praticamente ha la pancetta un cittadino su 3 del Belpaese. Ma gli eccessi della dieta mediterranea c'entrano poco, anzi forse è proprio colpa dell'abbandono di molti degli ingredienti base dell'alimentazione basata su pasta, pane, olio d'oliva e proteine - che per decenni hanno riempito la cucina tricolore - se oggi la bilancia degli italiani è impazzita. Addirittura 6 milioni di persone sono affette da obesità (un italiano su 10). Ma non basta. Più di un connazionale su 20 è diabetico (5,5%) e oltre il 66,4% di chi soffre di diabete di tipo 2 presenta anche sovrappeso o obesità. Numeri che si traducono in un costo annuo stimato in 9 miliardi di euro, secondo i dati dell'Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation 2017.

Gli esperti dell'ospedale Bambino Gesù di Roma riportano inoltre che «sovrappeso, obesità e sedentarietà sono fenomeni ancora diffusi: il 21% dei bambini è in sovrappeso, mentre il 9% risulta obeso. L'indagine dell'Osservatorio Okkio alla Salute (il sistema di sorveglianza del Ministero della Salute) evidenzia, inoltre, che la maggior parte dei bambini tra i 4 e i 10 anni adotta uno stile di vita sedentario e solo 1 su 4 raggiunge la scuola a piedi o in bicicletta».
Allora urge un diverso modo di affrontare quella che è una vera e propria malattia. «Purtroppo - osserva Giuseppe Fatati, presidente di Fondazione Adi e Io-Net - l'obesità è ancora considerata una colpa del soggetto che ne è affetto. Si crede che l'obeso sia colpevole perché mangia troppo. In realtà non è così. L'obesità è una malattia vera e propria, multigenica e multifattoriale».

Perciò parte una nuova campagna per ottenere che «il Governo, ma anche i sindaci delle singole città, dovrebbero mettere in campo per rendere le città più vivibili e meno obesogene. Non ultimo, ripensare le strutture che seguono questi pazienti. Ad esempio la larghezza degli ascensori negli ospedali (spesso l'obeso, o la barella per l'obeso, non riesce ad entrare), oppure la dimensione del lettino operatorio per gli interventi in Day hospital».
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