Vaccino Lombardia, sms fantasma i sindaci portano gli 80enni a vaccinarsi con l'autobus

Vaccino Lombardia, sms fantasma i sindaci portano gli 80enni a vaccinarsi con l'autobus
di Claudia Guasco
5 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Marzo 2021, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 10:25

Ieri mattina, al centro vaccinale allestito alla Fiera di Cremona, lo scenario era surreale. Medici, infermieri e volontari schierati per iniettare il vaccino e nessuno che si è presentato. Per il secondo giorno consecutivo il sistema di sms gestito da Aria, società della Regione Lombardia, è andato in tilt e per non buttare le dosi scongelate è scattato il piano di emergenza. Basato sulla buona volontà. L'Atts ha telefonato ai cittadini in lista convocandoli, mentre Giuseppe Papa, sindaco di San Bassano, ha messo a frutto anni di lavoro da responsabile della protezione civile: ha scorso gli elenchi dei compaesani ultraottantenni, è andato a prenderli a casa e su due pulmini del Comune li ha portati all'hub per farli vaccinare tutti.

Roma, tutti i centri dove fare il vaccino e quale farmaco somministrano

DISFATTA

A mezzogiorno erano state iniettate 133 dosi sulle circa 600 disponibili e solo 58 persone erano state chiamate dalla società della Regione, a fine giornata grazie al bus del sindaco si arriva a 603. «È del tutto inaccettabile questo malfunzionamento dovuto ad Aria Lombardia, così si rallenta la campagna proprio nel momento in cui invece bisognerebbe accelerare», si indigna Claudia Balotta, uno dei medici volontari in Fiera.

Che la piattaforma non funzioni è ormai acclarato: over ottanta ancora senza vaccinazione, 300 anziani in più del previsto mandanti al centro di Niguarda, un nonno della provincia di Varese convocato a Cremona, a 170 chilometri di distanza, insegnanti della provincia di Milano rimandati a casa alla ripartenza di AstraZeneca. In ogni caso per Aria il tempo delle giustificazioni è scaduto da un pezzo.

 

Dopo l'attacco delle opposizioni, ora è diventata bersaglio anche del fuoco amico: la vicepresidente Letizia Moratti ha definito l'«inadeguatezza inaccettabile», un confronto tra il consulente per la profilassi Guido Bertolaso e Davide Caparini, ideatore di Aria e responsabile di tutte le partecipate di Regione Lombardia, è finito a pugni sul tavolo. Aria ha già ricevuto l'avviso di recesso dal contratto di gestione della piattaforma da Regione Lombardia (da 22 milioni) e la gestione delle prenotazioni sarà affidata a Poste italiane (gratis). Ma sul futuro assetto della partecipata è in corso un duro scontro politico: c'è chi preme per un immediato azzeramento dei vertici, comunque in scadenza il prossimo 30 aprile, un colpo di spugna che romperebbe tuttavia equilibri delicati.

ESTERNALIZZAZIONE

Nata il primo luglio 2019 dalla fusione di tre società regionali - Arca (Centrale acquisti regionale), Lispa (Lombardia informatica) e Ilspa (Infrastrutture lombarde) - Aria è stata ideata da Davide Caparini, leghista tendenza Salvini. E il presidente è Francesco Ferri di Forza Italia, bocconiano incaricato personalmente da Silvio Berlusconi per reclutare nuove leve nel partito. Aria è la più grande centrale acquisti dopo Consip, ma è diventata celebre solo per gli errori commessi con la pandemia: i vaccini anti influenzali comprati in ritardo e a prezzo triplicato, i camici acquistati dalla società del cognato e della moglie del governatore Attilio Fontana, al centro di un'inchiesta, i dati sbagliati trasmessi all'Iss che hanno spedito la Lombardia in zona rossa. Infine la catastrofica gestione della profilassi anti Covid: prenotazioni aperte a tutti perché sono saltati due filtri su tre, sistema di convocazioni nel caos.

 

Così si arriva alla seduta di giunta del 3 marzo scorso, con la delibera XI/4384 che stabilisce: «In considerazione della disponibilità a titolo gratuito dei servizi di Poste italiane, si rende indispensabile rivalutare il quadro economico della DGR n.4353/2021 per ciò che attiene ai servizi informativi di cui all'offerta tecnica economica presentata da Aria spa». È il segnale di un'accelerazione del piano Moratti: esternalizzare la piattaforma informatica della Regione - che nella Sanità ha 80 sistema diversi, significa che l'ospedale di Monza non parla con quello di Pavia - e lasciare ad Aria il ruolo di centrale acquisti. Le opposizioni premono: «La vicenda Aria è emblematica del sistema di potere che ha governato la Lombardia negli ultimi 25 anni - afferma Marco Fumagalli, consigliere regionale M5S - Quella che veniva sbandierata come eccellenza lombarda si è rivelata il peggior luogo dove farsi curare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA