No vax partecipa al corteo a Padova contro il vaccino, pochi giorni dopo risulta positiva al Covid

I sintomi del raffredore cinque giorni il corteo dove aveva partecipato senza mascherina e distanziamento. Poi il tampone in farmacia ha confermato la positività

Una manifestazione dei no vax a Padova
Una manifestazione dei no vax a Padova
di Nicoletta Cozza
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 09:45

PADOVA - Aveva deciso di farsi il tampone perché accusava i sintomi di un forte raffreddore. D’altro canto, da convinta sostenitrice delle tesi di coloro che rifiutano i vaccini, non aveva mai voluto prendere in considerazione l’ipotesi di farsi iniettare la dose anti Covid e quindi il dubbio di essere stata contagiata le è venuto subito. E quando il referto ha decretato la sua positività al virus, al farmacista che le ha comunicato l’esito dell’esame, seppur a denti stretti, ha confessato di avere partecipato al corteo no vax organizzato a Padova cinque giorni prima e al quale aveva presenziato, come moltissimi altri manifestanti, senza indossare la mascherina e senza rispettare la distanza interpersonale di sicurezza. Il dottor Andrea Collesei, presidente dei Farmacisti non titolari di Padova, infatti, l’altro ieri ha processato il tampone  di questa donna nella farmacia dove lavora: da un mese non trovava soggetti positivi al Coronavirus e quindi per questo motivo ha chiesto alla cliente se avesse un’idea di quando, o come, fosse venuta a contatto con il virus.

Positiva dopo il corteo no vax

«Per la verità - spiega lo stesso Collesei - qualche sospetto l’ho avuto fin dal momento in cui questa persona si è presentata. Noi cerchiamo sempre di persuadere chi non si è sottoposto vaccinazione a farlo al più presto, ma ho capito che nella fattispecie si trattava di un soggetto che fa parte dello zoccolo duro di coloro che non prendono lontanamente in considerazione questa opzione. Io, come sempre quando effettuo i tamponi, indossavo la tuta di protezione, la visiera, i guanti e ovviamente la mascherina FFP2. Quando ho appurato che era positiva, le ho chiesto appunto spiegazioni sulle possibili modalità di contagio, anche se non si trattava di una cliente abituale. La risposta è stata quella che avevo immaginato e cioè che quasi sicuramente si era presa il Covid partecipando alla manifestazione dei no vax lungo le vie del centro patavino, che era stata organizzata il sabato precedente. Anche perché lei stessa ha detto di non ricordare altre circostanze in cui era stata in mezzo alla gente. Io come al solito ho caricato il referto sul portale della Regione per la tracciabilità e ho chiesto alla paziente se avesse sintomi: ha risposto di essere raffreddata, ma non ha aggiunto altro. Se n’è andata e non l’ho più rivista, e quindi spero che si sia chiusa in casa con senso di responsabilità.

E, soprattutto, mi auguro che adesso decida di farsi iniettare il vaccino».


Domani, intanto, è stata programmato è per l’undicesima volta nella città del Santo il raduno del Movimento Veneto “No green pass”: l’appuntamento è alla 17 alla Stazione dei treni, dove i manifestanti arriveranno anche da altri centri, e poi il corteo autorizzato proseguirà lungo le vie di Padova, in direzione della Stanga, passando in Corso del Popolo, via Trieste, via Tommaseo, e via Venezia, con tappa conclusiva al Parco della Musica, nella zona degli istituti universitari; all’ultimo raduno, appunto quello in cui la cinquantenne si è presa il Covid, avevano partecipato quasi 4mila persone non vaccinate.

La situazione

Intanto sempre Collesei denuncia la difficile situazione in cui si trovano i farmacisti, alle prese con un aumento esponenziale di richieste per fare i tamponi, addirittura con utenti che effettuano prenotazioni fino a gennaio, e con un calo significativo di coloro che invece richiedono di essere vaccinati. «Siamo nel caos - ha osservato - e le persone che vengono da noi perchè ammalate per patologie diverse dal virus, o che hanno le ricette con le prescrizioni di routine, devono stare in coda per lungo tempo, dato che noi siamo impegnati a rispondere alle continue telefonate, che iniziano alle 7 del mattino,  per fissare i tamponi. Ne facciamo come minimo 30 al giorno e in totale le farmacie padovane quotidianamente ne processano migliaia, ma dal 15 ottobre la situazione sarà ancora più pesante. Noi cerchiamo continuamente di fare opera di convincimento per indurre gli indecisi a vaccinarsi, ma non sempre ci riusciamo».

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