Medico alla manifestazione “no pass”, ora rischia la radiazione: «Ero lì per fare buona informazione»

Medico alla manifestazione 'no pass', ora rischia fino alla radiazione. Lui si difende: «Lì per difendere il vaccino»
Medico alla manifestazione 'no pass', ora rischia fino alla radiazione. Lui si difende: «Lì per difendere il vaccino»
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Lunedì 26 Luglio 2021, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 20:37

Rischia fino alla radiazione Luigi Garavelli, il primario di Malattie Infettive dell'ospedale Maggiore di Novara nella bufera per aver partecipato alla manifestazione 'no pass' di Alessandria. Dopo l'Asl, anche l'Ordine dei Medici ha infatti annunciato una azione disciplinare nei confronti del sanitario, che si difende: «non ho partecipato alla manifestazione ma sono intervenuto su richiesta di una conoscente - sostiene interpellato dall'ANSA - per portare una serie di elementi condivisi dalla comunità scientifica. E quando ho detto che sono vaccinato, come mia moglie e i miei suoceri, sono stato fischiato e insultato».

Luigi Garavelli, la storia  

La versione del dottor Garavelli, laureato all'Università di Pavia nel 1985 e da più di vent'anni direttore di Struttura Complessa di Malattie Infettive dell' Azienda Ospedaliero Universitaria «Maggiore della Carità» di Novara, sarà analizzata già nelle prossime ore da Asl e Ordine dei Medici.

Compreso il fatto che dallo scorso dicembre è in infortunio per una brutta caduta che lo sta costringendo a una lunga riabilitazione.

«Sabato pomeriggio ero ad Alessandria per acquistare, su indicazione della fisioterapista, una ginocchiera adatta alla stagione - racconta Garavelli -. Ho visto un assembramento sotto il municipio e, per l'appunto, una mia conoscente mi ha chiesto di intervenire. Quando ho detto che ritengo la vaccinazione uno dei tanti strumenti fondamentali alla lotta al Covid, sono stato subissato da fischi e insulti. Allora mi sono arrabbiato e sono intervenuto con più decisione, con l'aiuto di un megafono per far sentire con più efficacia le mie spiegazioni. E lo rifarei, perché l'errata comunicazione è stato lo sbaglio più grave commesso durante la pandemia».

 

La condanna per la sua presenza alla manifestazione da parte dell'Ordine dei Medici è netta: «Stiamo valutando - spiega il presidente Federico D'Andrea - se esistono i presupposti per un'azione disciplinare e se sarà il caso apriremo un procedimento. Esiste un Codice deontologico che obbliga i medici a tenere determinati comportamenti».

La violazione di queste regole implica l'adozione di misure specifiche: «si va dall'avvertimento alla censura per arrivare alla sospensione e alla radiazione», aggiunge D'Andrea, ricordando che l'Ordine provinciale fin dal primo momento ha sostenuto la campagna vaccinale«. Perché »il vaccino è uno strumento importantissimo con il quale i sanitari si possono garantire contro il Covid-19 e, di conseguenza, garantire anche i cittadini. E il green-pass si inserisce perfettamente tra i provvedimenti che si possono adottare per contenere la pandemia».

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