Covid, contagi in aumento. Pregliasco: «Era ovvio dopo le riaperture, il vaccino non protegge al 100%»

Covid, in Italia aumentano i contagi. Pregliasco: «Era ovvio dopo le aperture»
Covid, in Italia aumentano i contagi. Pregliasco: «Era ovvio dopo le aperture»
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Martedì 6 Luglio 2021, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 19:00

Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano, è intervenuto all'Adnkronos Salute riguardo lo stop alla decrescita dei casi di Covid-19 in Italia e l'aumento che si sta registrando in altri Paesi nonostante le vaccinazioni. Pregliasco indica le riaperture come normale e ovvia causa dell'andamento della pandemia: «Era ovvio. La riapertura accende la diffusione della malattia a prescindere».

 

Covid, Pregliasco sulle riaperture 

 «Il vaccino, lo sappiamo, serve soprattutto a ridurre i casi gravi e gli effetti pesanti della malattia - ricorda l'esperto - e non ha comunque una protezione al 100%.

Noi, avendo aperto, abbiamo aumentato la probabilità di avere dei contatti. E in questa fase, più contatti abbiamo più probabilità abbiamo di incappare in un contatto infetto. Perché c'è comunque una massa di positivi».

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«Vero è - sottolinea Pregliasco - che la massa di positivi attuale in Italia non è particolarmente alta: a ieri erano circa 43mila casi accertati, ma secondo me saranno almeno il triplo perché moltissimi o non arrivano alla notifica, o schivano la notifica o non sanno nemmeno di avere il Covid perché elemento caratterizzante delle varianti sembra quello di avere forme asintomatiche. Tutto questo per dire che ci sono 150mila italiani che sono positivi e potenzialmente contagiosi. Quando c'era il lockdown - ricorda il virologo - ognuno di noi aveva in media 2 o 3 contatti al giorno, adesso ne abbiamo 100. E poi con le varianti. Quindi la situazione sarà questa e ne ero convinto fin dall'inizio».

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«È sperabile, e secondo me dobbiamo assistere attendendo, che la mortalità che è l'ultimo dei parametri che cresce non cresca in Inghilterra», ha detto Pregliasco, che ha definito «una decisione politica criticabile» quella presa dal premier britannico, di riaprire tutto togliendo anche l'obbligo di mascherina al chiuso a partire dal 19 luglio.

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«Non ha senso rovinare per motivi politici quello che si è guadagnato con la sofferenza - afferma Pregliasco - È anche peggio dover poi fare un passo indietro come in Israele dove la mascherina l'hanno rimessa. È incomprensibile questa scelta», incalza il virologo che avverte: «Bisogna continuare a monitorare i ricoveri in ospedale. Ci vuole ancora una quindicina di giorni per poter dire che complessivamente nella vita reale il vaccino ha un'azione positiva confermata».

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