Vaccino Coronavirus, Di Lorenzo (Irbm Pomezia): 500 volontari, stanno bene

Vaccino Coronavirus, Di Lorenzo (Irbm Pomezia): già testato su 500, stanno tutti bene
Vaccino Coronavirus, Di Lorenzo (Irbm Pomezia): già testato su 500, stanno tutti bene
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Martedì 5 Maggio 2020, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 16:28

Già 510 volontari hanno ricevuto il vaccino contro il Coronavirus messo a punto dalla Irbm di Pomezia insieme all'Università di Oxford e nessuno di loro ha finora presentato alcuna reazione. «Stanno bene», ha detto all'AdnKronos Salute Piero Di Lorenzo, amministratore delegato e presidente di Irbm.

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«Attualmente sono stati vaccinati 1020 volontari sani, di cui 510 con il nostro candidato vaccino contro Covid19, l'altra metà con un vaccino placebo. A fine maggio si passerà a 6000 pazienti sotto test, di cui 3000 che riceveranno il candidato vaccino e 3000 un vaccino placebo. Non mi risulta che in questo momento ci siano altri prodotti in sperimentazione clinica su numeri così rilevanti», ha spiegato Di Lorenzo. La Irbm collabora attraverso la sua divisione vaccini Advent Srl, con il Jenner Institute dell'Università di Oxford (Regno Unito) sul siero anti-Sars-Cov-2, dal nome provvisorio 'ChAdOx1 nCoV-19'.

«Sono dunque 510 le persone che hanno ricevuto finora il nostro candidato vaccino e queste persone risultano a oggi in buona salute e non lamentano problemi. Possiamo vantare una sorta di 'presunzione di innocenza' per quanto riguarda la tossicità grazie al fatto che un prodotto simile contro la Mers sviluppato dal Jenner Institute era già stato testato sull'uomo, così come il vaccino Irbm contro Ebola. A fine settembre attendiamo il responso della sperimentazione clinica - evidenzia - e se tutto andrà bene si aprirà la produzione su vasta scala coordinata da Astrazeneca».

La multinazionale inglese ha infatti annunciato pochi giorni fa un accordo con l'Università di Oxford per lo sviluppo e la distribuzione globale del potenziale vaccino allo studio presso l'ateneo britannico. «Da quel momento in poi, data l'enorme aspettativa mondiale in relazione al vaccino contro Covid19, sarà compito dei governi decidere le gerarchie di distribuzione, che sicuramente privilegeranno le categorie fragili e più a rischio». Il vaccino è costruito utilizzando una versione non 'pericolosa' di un adenovirus: un virus che può causare una comune malattia simile al raffreddore.

 


L'adenovirus è stato modificato in modo da non riprodursi nel nostro organismo e inserendo all'interno del genoma adenovirale il codice genetico necessario alla produzione della proteina 'Spike' del coronavirus, in modo da permettere all'adenovirus l'espressione di questa proteina in seguito alla somministrazione del vaccino.

Ciò comporta la produzione di anticorpi contro la proteina 'Spike' che si trova sulla superficie dei coronavirus. Negli individui vaccinati, gli anticorpi prodotti contro la proteina 'Spike' possono legarsi al coronavirus che è entrato nell'organismo umano ed impedirgli di causare un'infezione.

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