L'aria condizionata «fa ingrassare»: una ricerca scientifica (sorprendente) svela perché

Temperature più fresche aumentano l'appetito e ci fanno consumare pasti più abbondanti

L'aria condizionata «fa ingrassare»: una ricerca scientifica (sorprendente) svela perché
L'aria condizionata «fa ingrassare»: una ricerca scientifica (sorprendente) svela perché
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Lunedì 18 Luglio 2022, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 09:05

L'aria condizionata fa ingrassare? Secondo il ricercatore spagnolo del CSIC Institute of Fat Javier Sánchez Perona sì: «L'aria condizionata fa ingrassare perché le temperature più basse risvegliano l'appetito». 

L'esperto sottolinea che non ci sono al momento studi specifici sull'aria condizionata e l'alimentazione, ma esistono invece evidenze scientifiche sul rapporto tra temperatura e appetito: «Più alta è la temperatura, minore è l'appetito. Quindi sembra ovvio che se viviamo e mangiamo con l'aria condizionata, mangeremo di più e ingrasseremo di più» conclude.

Javier Sánchez Perona racconta anche la sua personale esperienza: quando è arrivato a Siviglia vent'anni fa per lavorare al Fat Institute, ha notato che il caldo della capitale andalusa e l'assenza di condizionatori aveva effetti sul suo appetito: mangiava meno ed ha perso peso in pochi mesi.

Così ha ipotizzato che la ragione per cui in Andalusia l'obesità era piuttosto rara poteva venire proprio dal clima molto caldo. Negli ultimi anni invece, i condizionatori si sono diffusi e anche l'obesità è aumentata: la regione del sud della Spagna è oggi tra quelle con il maggior numero di persone in sovrappeso. 

Il rapporto tra alimentazione e temperatura 

Vari studi scientifici dimostrano che quando si consuma un pasto in un clima più fresco si tende a mangiare di più. Già nel 1963 uno studio condotto sui ratti ha dimostrato che, esposti a una temperatura di 35 °C, gli animali mangiavano solo il 10% di quanto avevano consumato a 24 °C. E a 40°C hanno smesso del tutto di mangiare. Un'altra indagine del 2015 condotta presso l'Università di Birmingham (USA) su alcuni volontari umani, ha mostrato che per ogni grado di aumento della temperatura ambiente, i partecipanti allo studio hanno mangiato 85,9 kcal in meno del cibo che gli era stato somministrato nello studio (pizza). 

Siamo "sedentari termici"

Oggi la maggiorparte delle persone grazie al riscaldamento in inverno e all'aria condizionata in estate vive in condizioni climatiche poco variabili, a riparo da situazioni di caldo o freddo estremo. Per questo oggi abbiamo uno "stile di vita da sedentario termico" che rende le nostre vite più confortevoli, ma allo stesso tempo diminuisce la quantità di energia che il metabolismo deve spendere per "regolare" la propria temperatura. Meno energia spesa significa dunque più grasso accumulato. 

Uno studio pubblicato nel 2014 dall'Università di Birmingham conclude che «Con l'adozione diffusa del controllo del clima, gli esseri umani sono protetti dalle temperature estreme e trascorrono sempre più tempo in uno stato termicamente confortevole in cui gli stress sono ridotti al minimo. richiesta di energia». Cioè, poiché siamo meno caldi e meno freddi, abbiamo bisogno di meno energia per mantenere costante la temperatura del nostro corpo. E per questo, conclude questo studio, «Il tempo trascorso in quella zona termoneutrale potrebbe contribuire a una maggiore efficienza energetica con una diminuzione del tasso metabolico e un conseguente aumento di peso».

 

Le cause dell'obesità possono essere ambientali? 

Da anni ci si interroga sulle origini dell'aumento dell'obesità a livello mondiale, una patologia sempre più diffusa e pericolosa. Non ci sono stati cambiamenti nella genetica umana, dunque le cause del fenomeno sono attribuite a fattori ambientali. In primo luogo un più ampio consumo di cibo (soprattutto industriale e raffinato) e la sedentarietà. Oggi a queste cause si aggiunge anche il clima confortevole i cui viviamo. 

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