Vaccino, in Italia si parte il 15 gennaio: over 80 dovranno aspettare

Vaccino, in Italia si parte il 15 gennaio: over 80 dovranno aspettare
Vaccino, in Italia si parte il 15 gennaio: over 80 dovranno aspettare
di Mauro Evangelisti
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Domenica 13 Dicembre 2020, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 12:12

ROMA Nel Regno Unito le vaccinazioni sono già in corso, negli Stati Uniti si parte entro 24 ore dopo che la Fda ha confermato l'autorizzazione in via emergenziale del prodotto sviluppato da Pfizer e BioNTech. L'Europa arriverà con un mese di ritardo poiché la riunione di Ema (l'agenzia regolatoria della Ue) per decidere sul via libera a questo vaccino è fissata per il 29 dicembre. Successivamente, serviranno gli atti della Commissione europea e dell'Aifa in Italia.

I vaccini di Pfizer nel nostro Paese erano attesi per fine gennaio, si sta correndo per anticipare di due settimane le consegne, proprio perché l'immagine dell'Italia (e dell'Europa) in ritardo rispetto a Regno Unito, Stati Uniti (ma anche a Canada, Arabia Saudita, Bahrein e Messico) è poco presentabile, soprattutto in un Paese in cui ogni giorno muoiono tra le 600 e le 800 persone per coronavirus.

Il piano di somministrazione


Il giorno più importante, se il nuovo cronoprogramma sarà rispettato, sarà il 15 gennaio (o comunque a ridosso di questa data): anche in Italia ci saranno le prime vaccinazioni, ma è forte l'ipotesi di un d-day comune per tutta l'Unione europea.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ipotizza il via «tra il 10 e l 15 gennaio». Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità: «Entro l'estate quasi tutti gli italiani saranno vaccinati».

Inizialmente, arriveranno 1,8 milioni di dosi (nel Lazio 170mila). Si partirà con le iniezioni a medici, infermieri, operatori e ospiti delle Rsa. Gli over 80 dovranno aspettare la seconda fornitura, che si spera di ricevere a febbraio. Si calcola che un terzo dei vaccini sarà diviso tra Lazio e Lombardia. I numeri: in Italia ci sono 1,4 milioni di operatori sanitari e 570 mila tra ospiti e dipendenti delle Rsa. La vaccinazione, anche in queste categorie, è su base volontaria. Gli over 80 sono 4,4 milioni.

Entro fine marzo, se i contratti saranno rispettati, arriveranno in totale 8,7 milioni di dosi di Pfizer e 1,3 di Moderna. Di tutto questo si è parlato ieri pomeriggio in una riunione straordinaria tra i ministri Francesco Boccia (Affari Regionali), Roberto Speranza (Salute), il commissario Domenico Arcuri, presidenti e assessori alla Salute delle Regioni. Per velocizzare i tempi, è necessario inviare un documento, regione per regione, con i numeri delle persone da vaccinare e i centri di consegna. Arcuri ha chiesto alle Regioni di spedirlo entro le 10 di questa mattina, domani sarà girato a Pfizer, che in Europa ha un centro di produzione a Puurs, piccola città delle Fiandre. Da qui le fiale saranno trasportate all'aeroporto di Bruxelles e inviate in Italia. Dovranno restare a meno 70 gradi. Le dosi saranno confezionate in speciali scatole controllate da un sistema Gps che invia informazioni a Pfizer. Ogni scatola, con ghiaccio secco, contiene 4.875 dosi. Le vaccinazioni avverranno in strutture ospedaliere, 300 in tutta Italia.


L'incognita adesioni


Ci sarà un numero sufficiente di adesioni alla campagna di vaccinazione? Nel Regno Unito solo il 50-60 per cento del personale ha detto sì. L'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato: «Tra i circa 200mila operatori sanitari della nostra regione, l'80 per cento ci ha comunicato che intende vaccinarsi». Tra medici e infermieri sono numerosi coloro che hanno visto colleghi ammalarsi in modo grave. E ci sono state molte vittime. Tutto questo conta, insieme alla paura di trasmettere il virus a un familiare quando si torna dal lavoro.

Altro problema: tra la prima e la seconda dose, non devono trascorrere più di 28 giorni, tutta la operazione dovrà essere ben coordinata. Boccia: «Il piano vaccini è una sfida epocale». Secondo Speranza nel primo trimestre 2021 avremo 11 milioni di dosi (meno del previsto, il piano ne prevedeva 28). Il 12 gennaio l'Ema si pronuncerà su un altro vaccino americano, Moderna (l'Italia ha acquistato 10,7 milioni di dosi). Anche AstraZenecca (accordo da 40 milioni di dosi), malgrado un rallentamento, conta di ottenere l'autorizzazione a gennaio. Speranza: «Il cuore della campagna vaccinale arriverà a primavera inoltrata. Non basteranno solo le prime due autorizzazioni, speriamo ve ne siano altre».

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