Vaccino Covid, corsa delle Regioni: spunta la patente ai vaccinati

Profilassi, corsa delle Regioni, spunta la patente ai vaccinati
Profilassi, corsa delle Regioni, spunta la patente ai vaccinati
di Cristiana Mangani
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Giovedì 19 Novembre 2020, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 10:50

Tre giorni di tempo per preparare un piano per la distribuzione, la conservazione e la somministrazione del vaccino anti Covid. Il Commissario straordinario Domenico Arcuri ha messo fretta alle Regioni, e oggi sul suo tavolo e su quello del ministero della Salute dovrà esserci “la logistica” secondo le disponibilità delle amministrazioni locali. 


Nella giornata di ieri qualcuno aveva già risposto alle richieste, e questa mattina anche il Lazio invierà la sua programmazione per la più grande campagna di somministrazione di un vaccino in Italia.

Sulla carta, è tutto facile e realizzabile. Ma poi bisognerà fare i conti con le realtà sanitarie locali. La Regione Lazio sembra aver già immaginato il coinvolgimento degli ospedali più grandi della Capitale e anche i 4 maggiori nosocomi nella provincia. Resta da concepire come il vaccino, che ha tempi di resistenza rigidi, possa essere portato nei piccoli centri, distribuito nei luoghi più difficili da raggiungere. 


I MILITARI
Un’operazione certamente non facile, che prevede numeri che l’Italia non ha. Ragione per cui il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha dato già la disponibilità dell’Esercito per la distribuzione e la somministrazione sul territorio. Anche se metà gennaio - la data immaginata dal governo per dare il via alla vaccinazione - è vicina e manca quasi tutto.


«Sono molto preoccupato perché il piano non è ancora partito - afferma il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova - Non ci si rende conto di quanto sarà complicato somministrare 120 milioni di dosi, considerando che in quattro mesi non siamo ancora riusciti a completare la campagna per l’influenza. Arriveremo a gennaio impreparati. Senza contare - aggiunge - che bisognerà tenere conto anche della diffidenza degli italiani rispetto al vaccino. Per questo sarebbe necessario partire con una seria campagna pubblicitaria istituzionale». 


Secondo il Commissario straordinario, invece, i tempi ci sono. «Il 17 novembre - dice - il ministero della Salute ci ha inviato specifiche tecniche e quantità delle siringhe e degli aghi che dovremo acquistare per rendere certa la somministrazione per il primo e altri vaccini. Confido che lunedì prossimo riusciremo a bandire la richiesta di offerta per acquistare siringhe, aghi e altri accessori. Sarà un acquisto un po’ articolato: le tipologie di siringhe sono almeno tre e le misure degli aghi almeno sei». In ogni caso - considera ancora Arcuri - «auspico di essere in possesso delle siringhe prima del vaccino. Potremo arrivare alla cosiddetta somministrazione su larga scala entro il 2021». Sulla possibilità, poi, che venga istituito un patentino per chi farà il vaccino anti-Covid - specifica - «stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che lo hanno fatto e dove lo hanno fatto, per seguire la tracciabilità sul territorio. Sarà possibile e sarà il ministero della Salute a stabilire le modalità».


LE STRUTTURE
Nel frattempo, una dopo l’altra - Toscana, Veneto, Lazio, Emilia Romagna - hanno già inviato o invieranno a breve il piano per la vaccinazione, con l’individuazione delle strutture più idonee dove effettuare la somministrazione. Ogni presidio dovrà essere in grado di vaccinare almeno 2mila o più persone, «ma con multipli di 1.000, in 15 giorni». Nella lettera inviata alle Regioni viene anche spiegato che il vaccino Pfizer, «il cui iter di validazione sembra essere il più avanzato, permetterebbe all’Italia di disporre già da fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 milioni di persone, è necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili». Bisogna salvaguardare ospedali e presidi residenziali per anziani. E ieri sera il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha comunicato che l’Ema, l’Agenzia europea per i farmaci, starebbe per dare l’autorizzazione alla commercializzazione dei vaccini di Biontech e Moderna.
 

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