Vaccino, immunizzazione con due sieri diversi in Gran Bretagna: prima AstraZeneca, poi Pfizer

Vaccino, sperimentazione con due sieri diversi in Gran Bretagna: prima AstraZeneca, poi Pfizer
Vaccino, sperimentazione con due sieri diversi in Gran Bretagna: prima AstraZeneca, poi Pfizer
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Giovedì 4 Febbraio 2021, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:52

Nuovo esperimento legato ai vaccini. È stato avviato in Gran Bretagna uno studio per verificare l'efficacia dell'immunizzazione anti-Covid con due vaccini differenti anziché uno solo, come avviene già per la prima dose e il richiamo. È questa l'ipotesi alla base della ricerca, ma già suscita perplessità nel mondo scientifico. Stando a quanto riporta la Bbc, lo studio - denominato "Com-Cov" - è gestito dal National Immunisation Schedule Evaluation Consortium e coinvolge oltre 800 volontari in Inghilterra di età superiore ai 50 anni. L'idea è quella di avere una maggiore flessibilità nella campagna di immunizzazione e di affrontare potenziali interruzioni delle forniture con maggiore tranquillità. Secondo alcuni scienziati questo approccio fornirà una protezione maggiore contro il coronavirus. Alcuni dei volontari riceveranno quindi una prima dose del vaccino Oxford-AstraZeneca, e dopo 4 o 12 settimane riceveranno quella di Pfizer-BioNTech. O viceversa.

 

Lo studio durerà 13 mesi, ma i primi risultati potrebbero essere resi noti già entro il prossimo giugno.

L'ipotesi di impiegare vaccini diversi non convince però il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Che ha dichiarato: «Utilizzare in combinazione due diversi vaccini anti-Covid mi sembra significativamente aleatorio. Dobbiamo restare all'evidenza dei dati disponibili. I dati - spiega - si riferiscono a un uso costante, tra la prima e la seconda vaccinazione, dello stesso tipo di vaccino. Andare ad esplorare situazioni alternative mi sembra significativamente aleatorio».

E ancora: «Non dico che non possa funzionare, però starei su una strada solida e consolidata», avverte Locatelli. Sempre in Gran Bretagna si torna anche a valutare l'allungamento dei tempo tra prima e seconda dose sulla base di uno studio condotto in Israele. Dopo settimane di somministrazione di massa su un campione di 500.000 persone, infatti, lo studio dimostrerebbe che l'efficacia del vaccino Pfizer/BioNTech dopo 3 settimane dalla prima dose si attesta al 90% del totale, il doppio di quanto stimato inizialmente. La ricerca, in attesa di validazione, è stata esaminata dalla University of East Anglia. Intanto, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha confermato oggi il profilo di sicurezza dei vaccini utilizzati attualmente nella campagna vaccinale - Pfizer-BioNTech e Moderna - con la pubblicazione del primo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19.

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Le sospette reazioni avverse segnalate, segnala l'Aifa, «sono in linea con le informazioni già presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei vaccini e le analisi condotte sui dati fin qui acquisiti confermano il loro profilo di sicurezza». I dati si riferiscono alle segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate tra il 27/12/2020 e il 26/1/2021 e riguardano soprattutto la prima dose del vaccino Comirnaty (99%), che è stato il più utilizzato, e solo in minor misura Moderna (1%). Nello stesso periodo sono stati segnalati anche 13 decessi avvenuti nelle ore successive alla vaccinazione che, «nelle segnalazioni più dettagliate e complete di dati, non sono risultati correlati alla vaccinazione e sono in larga parte attribuibili alle condizioni di base della persona vaccinata», così l'Aifa.

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