Muore di cancro ma l'ospedale non aveva fatto la diagnosi giusta. La famiglia di una donna morta di tumore all'intestino dopo essere stata erroneamente dimessa da un ospedale e lasciata in agonia per mesi ha ricevuto le scuse del servizio sanitario nazionale. Baljeet Kaur, 56 anni, è stata rimandata a casa due volte «per negligenza» dal Sandwell Hospital di West Bromwich dopo essere andata al pronto soccorso mostrando sintomi rivelatori. È andata per la prima volta al pronto soccorso con dolore, vomito e sanguinamento rettale prima di essere dimessa a seguito di una radiografia nel gennaio 2019. Baljeet, di Smethwick, West Mids, è tornata un mese dopo dove è stata eseguita un'altra radiografia, ma è stata nuovamente mandata a casa da medici «poco professionali». Una massa tumorale era stata finalmente identificata nell'addome di Baljeet solo dopo molteplici visite in ospedale e ha subìto un intervento chirurgico per rimuovere parte del suo intestino nell'aprile 2019.
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Successivamente le è stato diagnosticato un cancro intestinale, ma ormai era troppo tardi ed è morta meno di un anno dopo, nel febbraio 2020.
Baljeet Kaur sadly passed away after being diagnosed with bowel #Cancer. With the support of our expert, @Jen_Shipley, her family are now speaking out after the Hospital Trust admitted failings in her care: https://t.co/8Bo4ru7cZy #Oncology pic.twitter.com/2T97CsB3g4
— Irwin Mitchell Personal Injury & Med Neg (@PIandMedNeg) February 7, 2023
La sua famiglia ha ora parlato per la prima volta. Amandeep ha detto: «Perdere la mamma meno di un anno dopo la sua diagnosi è stato davvero straziante e qualcosa per cui non eravamo in alcun modo preparati. Era la mamma più amorevole e avrebbe fatto qualsiasi cosa per chiunque. È davvero difficile per noi accettare che non sia più qui, in particolare dopo aver scoperto che era terminale solo un mese dopo il suo intervento chirurgico. Il cancro è una malattia terribile e ci ha portato via una delle persone più importanti della nostra vita. Ciò che peggiora le cose è che riteniamo che si sarebbe potuto fare di più per aiutare la mamma. Daremmo qualsiasi cosa per riavere la mamma con noi, ma sappiamo che non è possibile. Vederla in lei così tanto dolore e sofferenza è stata la cosa peggiore e tutto ciò che possiamo fare ora è che condividendo la nostra storia possiamo aumentare la consapevolezza che il cancro intestinale è gravissimo». La donna dunque «poteva essere salvata» o almeno curata senza sofferenze.
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