Covid, il presidente Aifa: «Mai nessuna pandemia oltre i due anni». Vaccini efficaci

Covid, il presidente Aifa: «Mai nessuna pandemia oltre i due anni». Vaccini efficaci
Covid, il presidente Aifa: «Mai nessuna pandemia oltre i due anni». Vaccini efficaci
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 15:50

La pandemia da Covid non dovrebbe durare più di due anni. Lo afferma il presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) Giorgio Palù, che intervistato a Marghera (Venezia) ha precisato: «Non si ricorda nella storia una pandemia che duri più di due anni. Non che i virus siano spariti, ma continuano a circolare un po' meno. Credo che questo dovrebbe esserre il destino di un virus come questo». Poi ha aggiunto: «Il problema di questa pandemia è che ci sta bloccando, ed è chiaro che dobbiamo mettere in atto tutto, adesso e subito. Fare un lockdown finché finisce la pandemia non possiamo permettercelo».

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Le varianti

Cauto ottimismo anche verso le nuove varianti in circolazione, che secondo alcuni sarebbero in grado di resistere ai vaccini approvati finora; infatti «nessuno degli inglesi vaccinati si è infettato, con la variante inglese». Poi ha proseguito: «Se c'è qualche dubbio è sulla variante sudafricana». Un fenomeno normale - quello delle mutazioni - che è legato ovviamente alla circolazione del virus: «La variante del coronavirus è l'evento logico di qualsiasi virus che si diffonde: più si replica, più muta».

Lo ha ribadito a Marghera il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù. «Il virus è cinese - ha sottolineato - ce l'hanno detto loro, anche se per 4-5 mesi non ci hanno detto che si trasmetteva da uomo a uomo, e l'Oms non è riuscita a tornare con uno straccio di prova. Da molti studi, alcuni in pre-print, siamo certi che i vaccini e i sieri dei vaccini neutralizzano le varianti. Per quella sudafricana da AstraZeneca ci dicono che servono titoli più elevati per neutralizzarla, ma si neutralizza».

I vaccini

Secondo il presidente dell'Aifa, inoltre, il 29 gennaio l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) approverà senz'altro il vaccino AstraZeneca, «anche se ha un'efficacia inferiore rispetto agli altri». Poi ha aggiunto: «Lo penso perché - bene o male - la sua capacità può venire incontro alle esigenze della sanità pubblica. Costa poco, non ha bisogno della catena del feddo, e anche perché gli inglesi stanno facendo da cavia». Palù ha ricordato che l'ente governativo statunitense, la Food and Drug Administration (Fda) «ha chiesto un implemento di indagini perché AstraZeneca aveva fatto errori nella sperimentazione e nel controllo. In una certa coorte significativa di pazienti si erano accorti per errore che la prima dose dimezzata associata alla seconda produceva un effetto significativamente superiore, dal 60-65% al 90%, inspiegabile.

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Dopo si è visto che la popolazione di studio non era omogenea, i tempi erano diversi», queste le parole di Palù. Inoltre, secondo il presidente dell'Aifa ci potrebbe volere circa un anno per vaccinare il 60-65% della popolazione, arrivando a un ritmo di circa 150 mila vaccinazioni al giorno». Per sostenere quel ritmo, Palù ha sottilineato che «c'è l'accordo con i farmacisti ma soprattutto i medici di medicina generale dovrebbero intervenire, e se necessario gli specializzandi. I farmacisti sono importanti soprattutto per la diagnosi. Il vero problema è l'approvvigionamento, l'altro le forniture, e il ministero è arrivato a 220 milioni di dosi. AstraZeneca può cambiare le cose. Se arrivano le dosi siamo in grado di organizzarci», ha concluso.

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Anticorpi monoclonali

A proposito - invece - di possibili cure alternative al vaccino, Giorgio Palù ha garantito che «Anche l'Italia partirà con un progetto ricerca sugli anticorpi monoclonali, su Eli Lilly e Regeneron, quelli con cui è stato curato Trump. Ieri sera il cda Aifa ha approvato la ricerca. Sono terapia, non sono prevenzione. Essendo antivirali vanno dati entro le prime ore dall'esordio dei sintomi, altrimenti non sono efficaci. Possono essere una risorsa per curare i pazienti a casa».

Le scuole

«La riapertura della scuola non vuol dire esporre gli studenti a rischio, ma mettere in giro 15-20 milioni di persone pre e post scuola. Si smette un lockdown, in pratica», ha sottolineato il presidente dell'Aifa. Che poi ha concluso: «Ci sono cinque lavori, uno anche mio, da cui emerge che l'apertura della scuola dal 14 settembre ha coinciso al primo ottobre con un aumento esponenziale dei casi. Bisognerà fare studi più approfonditi sulle coorti di età, ma un approccio cautelativo e di prudenza impone la chiusura», queste le parole di Palù.

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