Astrazeneca, il lotto sotto esame: monitorate oltre 200 mila persone

Astrazeneca, il lotto sotto esame: da nord a sud monitorate 200 mila persone
Astrazeneca, il lotto sotto esame: da nord a sud monitorate 200 mila persone
di Mauro Evangelisti
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Sabato 13 Marzo 2021, 01:03 - Ultimo aggiornamento: 10:45

In Italia ci sono oltre 200mila persone, distribuite in tutte le regioni, che hanno ricevuto il vaccino di AstraZeneca dello stesso lotto sequestrato dalla procura di Siracusa. Sulle loro condizioni di salute le aziende sanitarie stanno vigilando, ma non sono stati segnalati eventi avversi paragonabili ai tre decessi concentrati in Sicilia, dove in queste ore arriveranno gli ispettori del Ministero della Salute. «Non riusciamo a capire perché solo in quella regione abbiamo casi legati a quel lotto» raccontano al Ministero. Ad oggi, ricordiamolo con chiarezza, non sappiamo se la vaccinazione abbia causato quelle morti.

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E si tratta di un’indagine difficile da maneggiare perché rischia di alimentare il fuoco della diffidenza nei confronti dei vaccini proprio quando bisognerebbe correre con le iniezioni visto che l’epidemia si sta espandendo.

E anche ieri 380 vittime per Covid; e altri 226 italiani si sono aggravati e sono stati ricoverati in terapia intensiva.

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LA SCELTA


«Quando ho firmato l’atto di sequestro delle 250mila dosi di AstraZeneca, non l’ho fatto a cuor leggero. Ho pensato a coloro che dovranno aspettare più tempo per immunizzarsi. Ma non potevo non farlo». Gaetano Bono è il sostituto procuratore di Siracusa che si è vaccinato con AstraZeneca proprio un paio di ore dopo avere raccolto la denuncia dei familiari di Stefano Paternò, 43 anni, sottufficiale della Marina militare ad Augusta, morto per arresto cardiaco martedì mattina: il giorno prima gli era stato iniettato il preparato anti Covid sviluppato dall’Università di Oxford.

Oggi sarà eseguita l’autopsia, «al momento sarebbe sbagliato parlare di rapporto di causa effetto tra vaccino e decesso», precisa Bono. Nel registro degli indagati per omicidio colposo sono stati iscritti l’ad per l’Italia di AstraZeneca, Lorenzo Wittum, un medico del 118, l’infermiere che ha fatto l’iniezione e il medico dell’ospedale militare. Il pm ha nominato quattro consulenti e uno di loro non è stato scelto a caso: è il dottor Marco Marietta, dell’azienda Ospedaliero-Universitaria del Policlinico di Modena, uno dei massimi esperti di emostasi e trombosi. Paternò è morto dopo una notte di febbre alta e tremori.

Appare poco probabile l’ipotesi della reazione anafilattica, mentre la scelta del dottor Marietta richiama alla mente il blocco delle vaccinazioni con AstraZeneca, deciso in Danimarca, a causa di «segnalazioni di gravi casi di coaguli nel sangue tra le persone vaccinate, una delle quali è morta».

Ma in Sicilia non c’è solo il caso di Paternò, che viveva a Misterbianco in provincia di Catania e lascia due figli adolescenti. Dosi del vaccino del lotto sequestrato (Abv2856) erano state iniettate in Sicilia anche ad altre due persone decedute: Davide Villa, 50 anni, poliziotto della questura di Catania, e Giuseppe Maniscalco, 54, maresciallo dei carabinieri di Trapani. Il percorso clinico perà non è sovrapponibile. Sulla morte di Villa sta indagando la procura di Messina, competente in quanto la vittima era sposato con un magistrato di Catania: il giorno successivo alla vaccinazione si era sentito male, era stato ricoverato e dopo 12 giorni è morto per una grave trombosi che gli ha causato un’emorragia. In questo caso sembra esserci un filo che collega a quanto ipotizzato in Danimarca. Maniscalco, invece, è morto a due giorni dalla vaccinazione.

La procura di Trapani ha aperto un fascicolo, l’autopsia è già stata effettuata e secondo il procuratore aggiunto Maurizio Agnello, «non sono emerse correlazioni tra la vaccinazione ed il decesso», ma solo tra due mesi ci sarà l’esito completo dell’esame autoptico.

Ricapitolando: AstraZeneca aveva inviato all’Italia un lotto con 249.600 dosi. I Nas, su disposizione del giudice di Siracusa, ne hanno sequestrate 24.730, perché le altre, oltre 220mila, sono già state somministrate. Gli unici decessi segnalati sono tutti concentrati in Sicilia, c’è un quarto caso in Puglia (un finanziere finito in rianimazione), ma secondo il professor Pier Luigi Lopalco, assessore regionale alla Salute, «non può essere assimilabile perché c’è stata una reazione infiammatoria abnorme che può avvenire in soggetti predisposti che ricevono un qualsiasi tipo di vaccino».

Il lotto in realtà era più ampio, 560mila dosi e le altre erano state distribuite in sette differenti paesi europei. Torna la domanda: perché solo in Sicilia i tre decessi? La procura sta ricostruendo la filiera produttiva - stabilimento in Belgio, infialamento ad Anagni e controllo qualità in Olanda - e ha disposto il ritiro di un campione del vaccino di AstraZeneca di un altro lotto per confrontarlo con le fiale sequestrate. Il professor Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute: «Non possiamo dire se i rari eventi segnalati abbiano un nesso di causalità. Nel Regno Unito con 8-9 milioni di dosi non sono stati riportati eventi avversi gravi.

Ema rassicura dicendo che il rapporto rischio-beneficio è a favore del beneficio». L’Ema, agenzia europea del farmaco, ieri ha detto anche altro: ai possibili effetti collaterali di AstraZeneca vanno aggiunte le reazioni allergiche per i legami riscontrati con alcuni casi in Gran Bretagna.
 

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